Misconosciuta al grande pubblico, Lisa Germano è forse la miglior cantautrice degli anni '90.
Il suo modo di raccontarsi in musica è un profondo e doloroso viaggio attraverso paure, incubi e luoghi sconosciuti abitati dai più reconditi sentimenti umani.

"Geek The Girl" è indubbiamente il suo album migliore, intriso di un senso di claustrofobia opprimente, di un'angoscia che attanaglia man mano che i minuti scorrono. Sei trafitto da una lama sottile e ipercettibile, che man mano ti fa provare l'esperienza del dolore, quello più profondo e incurabile, sei trascinato in una dimensione onirica, che stordisce e avvolge con una tristezza infinita, come nel caso di "Cry Wolf", tenero e dolente crepuscolo d'anima sorretto dalla flebile voce di Lisa, più simile ad un lamento che ad un canto.
Vive della stessa luce la title-track, pervasa ancor di più da un senso di sonnambulismo, solo verso la conclusione tesa alla ricerca di una speranza, di una mano sognata...
Il buio cala nuovamante nella traccia sicuramente più emozionante del disco, la drammatica "...A Psychopath". Sullo sfondo il pianto di una donna (tratto da una vera telefonata ad un numero d'emergenza) sommerso da un violino struggente che violenta la nenia da bambina di Lisa, che canta come fosse in trance, chiusa in se stessa, per sfuggire alle streghe e ai fantasmi. La contrapposizione tra questi due temi rende questo brano una lama, un vento gelido che lascia pietrificati, senza risposte, immobili davanti al dolore che un abuso sessuale porta con sé...
L'intermezzo di tarantella italiana che segue (nel disco ce ne sono 3) è un'ulteriore beffarda presa in giro, un ulteriore sarcastico sguardo verso il mondo che non le appartiene.
La successiva "Sexy Little Girl Princess" si mantiene quasi sugli stessi livelli, il canto della Germano questa volta si fa etereo, pare ricordare i fraseggi di Elizabeth Fraser dei Cocteau Twins, l' atmosfera è però sempre spettrale, tesa, grazie alle maligne dissonanze di violino in sottofondo.
È solo verso la fine che l'album trova un sottile filo di luce, oserei dire una speranza, con "...Of Love And Colours" ma soprattutto con "Stars", brano posto forse non casualmente in chiusura, preceduto dalla solita beffarda tarantella, che questa volta dura meno però, come per chiudere un capitolo e cercare di aprirne un altro.
Ed infatti la nostra Lisa ora sembra volare leggera, liberata dal peso di quella forza di gravità, troppo gravoso per le sue ossa minute, e ci regala due minuti e mezzo d'amore, di tenera commozione, di gioioso pianto.

Album di infinita grandezza, "Geek The Girl" è senza dubbio da annoverare tra i grandi capolavori degli anni '90, allo stesso tempo duro, pesante come un macigno ma anche tenero e leggero come una piuma, freddo come una lama ma anche caldo come le lacrime, non importa se di gioia o di dolore.

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