Premessa scontatissima; per conto mio gli artefici di cinque dischi quali "Desaparecido", "17 Re", "Litfiba 3", "Terremoto" e "El Diablo" (sì, anche El Diablo, massacrato a destra e a manca ma per me un rispettabile album di rock'n'roll puro con influenze latine, altro che inizio del declino) potrebbero campare di rendita per sempre.

E sembra proprio che due di loro mi stiano seguendo alla lettera; a più di vent'anni di distanza viene riproposta la cosiddetta Tetralogia degli elementi, il quartetto di album formato da El Diablo-Terremoto-Spirito- Mondi Sommersi, sia sotto forma di cofanetto che di una serie di concerti, in cui solo tre su cinque degli elementi dell'epoca si ripresenteranno su pochi palchi italiani. Il revival della Trilogia aveva già più senso per il ritorno della formazione storica al quasi (pace all'anima tua Ringo) gran completo, ed è stato secondo me un esperimento riuscito; l'operazione che stanno facendo ora invece acquista il suo poco senso solo con la riproposizione ai concerti di brani poco gettonati durante i live della band e con l'uscita del dvd che mi sono appena sparato risalente al Terremoto Tour del '93.

Una buona ora e mezza, il cui punto di forza è proprio la musica in sè più che i backstage piuttosto scarni ed essenziali, seppur alcuni divertenti e che rendono l'idea del successo che la band stavano avendo in quel periodo; sarebbe stato bello se ne avessero approfondito l'atmosfera caotica e polemica. Qualcuno potrebbe pensare al fatto che ci sia già un discone live che riassume alla perfezione il sound Terremotiano, vedasi "Colpo di coda"; sono d'accordo, ma forse proprio quello che mancava era vedere quei "colpi di coda acustici" farsi finalmente immagine.

Tralasciando la spartanità del menù introduttivo, il primo plauso va alla qualità video, pressochè perfetta, alla buona regia e soprattutto a un montaggio vario, che non stanca alla lunga e che da il giusto spazio a ogni componente della band e anche a un pubblico piuttosto vivace. Alcuni si sono lamentati di un ipotetico audio fuori sincrono in alcuni brani ma, se effettivamente c'è, vi giuro che non l'ho proprio notato, tutto mi è sembrato al posto giusto; se dovessi fare un appunto, mi sarebbe piaciuto sentire il vocione di Pelù e il basso di Terzani un pelino più in risalto, penso sia questione di mix ma essendo ignorantissimo in materia non mi esprimo oltre.

La scaletta non sfigura per niente e a partire da una versione rock di "Resta" tutte le canzoni si difendono e più di una aggredisce; ho perfino rivalutato brani che prima snobbavo come "Firenze Sogna", "Sotto il Vulcano" e "Il mistero di Giulia", che con gli arrangiamenti granitici e magmatici di questo concerto diventano davvero punti di forza. Quella che davvero non mi ha esaltato è "Bambino"; per restare in tema, una bella "Corri" o una "Cuore di vetro" (proposta davvero troppe poche volte, ma che con l'atmosfera grunge del concerto ci sarebbe stata abbestia) non avrebbero stonato. Da applausi l'assolo di Ghigo in "Cane", poco tecnico quanto volete ma a me è piaciuto, e da applausi tutta la versione, grungesca come quella di Sogno Ribelle; "Dimmi il nome", "Maudit", "Fata Morgana" e "Soldi" si rivelano fin da subito cavalli di battaglia al pari di pochi altri e trasudano potenza da tutti i pori; "Pima Guardia" invece è la canzone in cui forse si raggiunge il livello di pathos massimo.

Pelù è il soito mattatore Iggypoppiano durante tutto il concerto, ma specialmente ne "El Diablo"; Terzani, che va bene, non è il Maroc, ma è un bassista più che rispettabile, qui è davvero in forma e fa un lavoro sottotraccia impeccabile. Caforio e il Marchese si lavorano quella che per me è la punta di diamante del set: "Ci sei solo tu". Già di per sè preferisco la versione schizzata di El Diablo Tourpiuttosto che quella liquida della Trilogia, ma qui si raggiunge davvero l'apice di simbiosi ed esaltazione di ogni strumento, compresa la voce di Piero; probabilmente la miglior versione della canzone che mi sia capitato di ascoltare.

Qualche nota dolente; mi sarebbe piaciuto se avessero inserito pure "Dinosauro", per completare il set di "Terremoto", e magari anche una fra "Poibito" e "Gioconda", e la divisione in due parti un po' brusca di "Tex" non l'ho capita, spero abbiano avuto buone ragioni. La "Cangaceiro" finale è più improvvisazione che altro ma è una degnissima e potente conclusione con stage-diving annesso(sì, c'è ancora lo zampino di Iggy). Ciliegina sulla torta il bestemmione di Piero nel backstage fra prima e seconda parte del concerto, purtroppo censurato.

A parte gli scherzi un dvd godibilissimo e divertente, che appagherà sia gli appassionati che si sono già divorati i filmati del Tenax e di El Diablo Tour, sia i neofiti che possono contare su un buon compromesso fra cavalli di battaglia e canzoni meno conosciute da (quasi) tutti e cinque i primi album della band fiorentina.

Aspettando magari qualche bella nuova idea dal duo Piero-Ghigo, che, se possibile, possa coinvolgere se non Maroccolo anche Aiazzi, un "QUE VIVA EL BANDIDO LITFIBA!" non me lo può negare nessuno.

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