E alla fine l'appello di Elio ("Litfiba tornate insieme", chiusura dell'album "Cicciput" del 2003) è stato accolto.

Sono tornati davvero insieme, Piero Pelù e Ghigo Renzulli, i due litiganti eccellenti del rock italiano. Si sente parlare del nuovo "Grande Nazione" come dell'erede diretto del disastroso "Infinito" del 1999; inesatto, perché in realtà i Litfiba sono andati avanti con Gianluigi Cavallo alla voce (periodo che ha partorito due fallimenti, "Elettromacumba" e "Essere O Sembrare" e, a sorpresa, un buon album, "Insidia") e successivamente la metora Filippo Margheri (il tempo di un solo ep). Tecnicamente, quindi, nessuna reunion; che poi l'"elemento rientrante" sia uno dei frontman italiani più importanti degli ultimi trent'anni, beh, è risaputo.

Venendo al nuovo disco, registrato negli Stati Uniti e mixato da un'eccellenza del settore come Tim Palmer, si possono già dopo un breve ascolto puntualizzare un po' di cose: le infelici ombre electro-pop di aborti come "Mascherina" o "Sexydream" (dal citato "Infinito") sono completamente sparite, rimane solo un rinnovato gusto per le tastiere, che ornano il punk rock sfrenato della opener "Fiesta tosta". Bello e granitico il riff del primo, discusso singolo "Squalo", magari calibrato non benissimo a livello melodico, ma ottimo esempio del sound complessivo dell'opera (vera funzione, alla fin fine, del singolo stesso). "Elettrica" e "Luna dark" sono luminose ballad che potrebbero anche provenire dal Pelù solista meno caciarone e tamarro e più "calibrato" e grezzo (quello di "Soggetti Smarriti", "Fenomeni" e soprattutto "In Faccia"). "Anarcoide" e "Brado" fanno l'occhiolino all'aggressività di "Terremoto", unendovi una nuova consapevolezza melodica che la band ha acquisito col tempo e con le rispettive esperienze da separati. "La mia valigia", la cosa più cantautorale che i Litfiba abbiano mai creato, è la perla in chiusura d'album.

Non è tutto, come si suol dire, rose e fiori: la titletrack, ad esempio, sa un po' troppo di slogan forzato ad hoc per i live, e non se ne ricava una sensazione piacevole (vedi l' "Italianiiiiiii!" strillato dal buon Piero ad inizio pezzo), "Tra te e me" scorre via leggera ma un po' piatta nel suo alt rock di maniera, lo stesso dicasi di "Tutti buoni", comunque un gradino sopra a quest'ultima.

Le liriche del disco, annunciate agli stessi protagonisti prima dell'uscita come "arrabbiate", riflettono del fatto di essere state scritte un anno fa, quindi col precedente Governo ancora al potere; a parte una banale citazione dell'ormai onnipresente "Bunga Bunga", risultano incisive e coerenti con la proposta musicale presentata.

In definitiva un buon ritorno: inutile chiedere a questi "ragazzi" ormai di mezza età un nuovo "17 re" o un nuovo "Terremoto", detto questo "Grande Nazione" è un bel disco di sano, onesto ma sfavillante rock ‘n roll. Di questi tempi è già tanto.

Viva Litfiba, e bentornati tra noi.

Tracce chiave: "Fiesta tosta", "Luna dark", "Anarcoide", "La mia valigia"

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