Little Boots è un nome d'arte scialbo ed insignificante, non riesco a spiegarmi come mai questa ragazza pubblichi i suoi album con tale pseudonimo, soprattutto dato che lei si chiama Victoria Hesketh, un bel nome ed un cognome importante ed evocativo, per chi se ne intende un po' di Formula 1 e motori in genere, almeno. Ma a parte questa mia personale considerazione, veniamo al dunque: Victoria Hesketh è una bella ragazza e fa dance-pop, e nonostante questo sulla copertina del suo secondo album (badate bene il secondo album, e lei non è sicuramente una star affermata), non ci sono sguardi ammiccanti e carne fresca in esposizione come da prassi usuale del genere. Un segnale molto importante, che sottintende una reale volontà da parte della Hesketh di spostare l'attenzione dell'ascoltatore dalla canonica immagine bordelline generalmente associata a questo tipo di musica al reale contenuto. Quello che propone la nostra cara Vic nel suo secondo album fresco di uscita potrà non avere particolare spessore, non è certamente roba innovativa ma funziona bene. Ottime basi elettroniche, una buona voce ed una struttura di base molto solida e ben presentata: "Nocturnes" propone una disco music rivisitata in chiave moderna, senza voler strafare, senza complicazioni e distrazioni, nessun'altra pretesa. Victoria Hesketh è consapevole delle proprie inclinazioni artistiche e del proprio potenziale che, credetemi, è notevole per gli standard del genere e non solo, questa ragazza ha classe e buon gusto da vendere, la sua musica non ha nessuna pretesa di essere quello che non è, e lei la propone nel miglior modo possibile, cosa assolutamente non semplice.

Una cosa che mi ha sicuramente colpito è la voce di questa ragazza di Blackpool classe 1984: per il tipo di musica proposta non servono chissà quale estensione e tecnica, ed infatti Victoria non è sicuramente un prodigio di vocalità, però la si ascolta veramente con piacere: il suo è un timbro intrigante, come deve essere, ma anche elegante e misurato, con la giusta dose di algidità, insomma, a differenza di qualche sua ben più famosa collega (KM?) si ha sempre l'impressione di ascoltare una vera cantante piuttosto che la centralinista di un telefono erotico prestata alla musica, ed anche questo lo trovo bello e degno di nota. Victoria Hesketh è veramente inglese nell'anima, lo si capisce subito, ha quell'aura di raffinata e vezzosa stilosità che tanto si addice alla dance bilanciata da un grande senso dell'eleganza, del buon gusto, un equilibrio e senso della misura che non concede nulla ad esibizionismi circensi. Il suo modo di intendere la dance è quasi completamente incentrato sull'elettronica con qualche piccola parentesi funky che trae ispirazione dagli anni'70, in ogni caso senza nessun imbastardimento madonniano. Incredibile ma vero, Vic Hesketh non è mai arrogante, mai slutty, mai inutilmente pretenziosa, neanche una piccola traccia di cafonaggine, l'unico disco simile che mi è capitato di ascoltare prima di questo è "Into The Nightlife" di Cyndi Lauper; V. Hesketh deve ancora fare tanta strada per arrivare a quel livello di personalità ma la strada è quella giusta, ed un paragone del genere è già di per sè una piccola vi(c)ttoria.

"Nocturnes" è un album un po' piatto, e questo è sia un pregio che un difetto: grande coerenza, omogeneità ed unità d'intenti ma anche nessun guizzo vero e proprio, cosa che lo rende un album "prendere o lasciare": o piace in toto o non piace affatto, tuttavia l'ascolto risulta molto fluido e leggero, si snoda con sinuosa nonochalance tra grooves molto coinvolgenti ed interessanti e melodie conturbanti. In ogni caso i suoni e la voce non aggrediscono mai l'ascoltatore, piuttosto tendono a metterlo a suo agio, a blandirlo con mille gentilezze, sorrisi ed occhiolini, un approccio intelligente che, almeno con me, funziona benissimo. L'iniziale "Motorway" basta a far capire la ricerca della qualità che pervade questo disco, la cura degli arrangiamenti, mai troppo pesanti e forzosi, atmosfere avvolgenti che sanno essere vivide ed elegantemente ovattate al tempo stesso. Il tutto si ripete per dieci volte, un numero assolutamente perfetto, nè troppe nè troppo poche, la durata media dei brani si aggira sui cinque minuti, a volte superandoli; anche questo è un particolare significativo, Victoria Hesketh non si fa restringere troppo dai vincoli di durata radiofonica, sa che una canzone merita il suo sviluppo naturale, la sua giusta dimensione, è anche per questo che "Nocturnes" brilla così tanto in quanto a gradevolezza. Come ho già detto, prese singolarmente tutte e dieci le canzoni più o meno si equivalgono, tuttavia si registrano alcuni exploit particolarmente immediati, su tutte "Broken Record", con la sua atmosfera retrò-futuristica piacevolmente notturna ed epicheggiante, ravvivata da sensuali pulsazioni elettroniche, un grande lavoro di bassi che rimane costante e caratterizzante per tutto il disco, assumendo connotazioni più robotiche in "Shake" oppure assecondando atmosfere più frivole e leggere in "Beat Beat", un funk-tronic di scuola Chromeo in chiave femminile. "Crescendo" è un po' un caso a parte, rispetto alle atmosfere frizzanti e chilly del resto del disco è più calda, più sentimentale, potrebbe essere una discreta ballad pop rock volendo, ma i synths fanno anche qui il loro dovere, aggiungendo slancio e vivacità, scongiurando qualsiasi deriva sdolcinata.

Insomma, questo disco per me è stato veramente una rivelazione, una nota lieta, specialmente per il genere proposto che, si, non ho problemi ad ammetterlo, mi piace, ma che è difficilissimo, almeno per me, da proporre adeguatamente. Suscettibile e pistino come sono poi, che basta qualche dettaglio fuori posto per rovinare il tutto, ma Victoria Hesketh è riuscita a convincermi appieno, il che è quasi come attraversare indenne un campo minato. In ogni caso questo "Nocturnes" dimostra come, per chi sa guardare al di là del disgustoso becerume delle varie Katy Perry, Rihanna et similia ci sia una scena forte di molti artisti validi, non promossa come meriterebbe e relegata a club e discoteche, ed a prescindere dal genere proposto è un bel disco in senso assoluto, realizzato con grande passione e professionalità, per me è stato un piccolo ma gradevolissimo colpo di fulmine, direi che merita una possibilità, dato che la si da a cani e porci figuriamoci un'artista seria e talentuosa come la nostra Vic.

Elenco tracce e video

01   Motorway (04:59)

02   Satellite (05:25)

03   Strangers (06:39)

04   All for You (04:21)

05   Every Night I Say a Prayer (03:38)

06   Broken Record (04:33)

07   Beat Beat (04:18)

08   Shake (05:31)

09   Crescendo (05:42)

10   Confusion (05:01)

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