Se ai tempi d'oro Banco, PFM ed Orme erano la punta della scena progressive italiana, va comunque riconosciuta l'importanza di tutta una serie di formazioni che, per un motivo o per un altro, non riuscirono a raggiungere la fama dei loro illustri colleghi, ma diedero comunque alle stampe ottimi lavori, spesso snobbati al tempo ma poi rivalutati con gli anni.

In questo folto sottobosco di gruppi "minori", le virgolette sono d'obbligo, uno dei più noti è sicuramente quello della Locanda delle Fate. Originari dell'astigiano, mancarono completamente di "tempismo", dando alle stampe un album, "Forse Le Lucciole Non Si Amano Più", passato completamente inosservato, con l'Italia del 1977 ormai più interessata alla disco ed al punk che all'ormai vetusto progressive, senza contare poi l'affermarsi delle nascenti scene new wave ed heavy metal, che avrebbero raggiunto l'apice durante il decennio successivo. Se già all'epoca infatti gli stessi "fondatori" della via italiana al prog avevano capito che era il caso di cambiare aria, avvicinandosi chi alla fusion chi al pop, la Locanda se ne uscì invece con un disco assolutamente legato ai canoni del progressive più classico, ottimamente suonato e davvero ispirato, ma che ebbe la sfortuna di trovare un pubblico ormai interessato ad altro.

A seguito dell'inevitabile scioglimento avvenuto poco più tardi, il gruppo tornò a dare segni di vita negli anni Novanta, arrivando anche a registrare un secondo album, "Homo Homini Lupus", presentandosi inspiegabilmente orfano dello storico cantante Leonardo Sasso, una delle voci più belle della musica italiana, per sparire nuovamente e tornare sulle scene solo in tempi più recenti. Come si evince dal titolo, il disco in questione è stato registrato in occasione della Progvention 2010, svoltasi al Bloom di Mezzago, serata che segnò il ritorno sulle scene anche di altre vecchie glorie prog, gli Alphataurus e i Garybaldi. L'attuale corso degli astigiani vede una formazione nuovamente rimaneggiata, anche se buona parte dei membri storici è al proprio posto. A causa di una discografia molto stringata, non si poteva non riproporre il grande classico "Forse Le Lucciole Non Si Amano Più", qui presente praticamente nella sua interezza e, nonostante il lungo periodo di pausa, il gruppo risulta affiatato quanto basta per offrire uno spettacolo all'altezza del proprio nome.

Ezio Vevey e Michele Conta, che di quell'album furono tra i principali autori, non sono più della partita ma le capacità dei singoli riescono a sopperire anche all'assenza di due membri così di peso. Sasso si conferma cantante carismatico ed espressivo, ottimo interprete di quel progressive romantico da sempre marchio di fabbrica del gruppo. Le tastiere si intrecciano con armonia, creando grandi melodie, con le chitarre che forse rimangono un po' sullo sfondo, mentre la sezione ritmica svolge egregiamente il proprio dovere. Il tutto è suonato con precisione, anche se qua e là sembra esserci qualche momento di indecisione, ma si sorvola senza troppi problemi. Efficace anche la registrazione, che trasmette piutto fedelmente l'atmosfera della serata.

Il disco, in un primo momento pubblicato solo in vinile, fotografa perfettamente l'attuale situazione di molti nomi del prog tornati in pista negli ultimi anni, costantemente sospesi tra la necessità di dover riproporre i pezzi forti dei tempi andati e quella, prima o poi, di presentare del materiale nuovo per dimostrare che, oltre ad essere dei bravi esecutori dei sè stessi di trent'anni fa, si ha ancora qualcosa da dire. Nello stesso periodo in cui è stato dato alle stampe questo "Progvention" è stato anche pubblicato "The Missing Fireflies", album contenente brani scritti ai tempi dell'esordio e mai approdati su disco oltre che qualche traccia dal vivo, una curiosità per i fan più accaniti, ma che poco aggiunge a quanto già detto. Da anni si parla della possibilità di un nuovo disco di inediti, che sia volta buona? Riascoltare pezzi come questi è sempre un piacere ma non si può vivere solo del proprio passato.

Formazione:

Leonardo Sasso, voce

Luciano Boero, basso

Giorgio Gardino, batteria

Oscar Mazzoglio, tastiere

Maurizio Muha, pianoforte, minimoog, tastiere

Massimo Brignolo, chitarra solista

Scaletta:

1. A Volte Un Istante Di Quiete

2. Forse Le Lucciole Non Si Amano Più

3. Profumo Di Colla Bianca

4. Sogno Di Estunno

5. Cercando Un Nuovo Confine

6. Vendesi Saggezza

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