Un pettirosso da combattimento viene pubblicato in occasione del Festival di Sanremo del 1997, quasi due anni dopo la scomparsa di Mia Martini. Questo album, dedicato alla sorella, è molto autobiografico. I testi, quasi tutti scritti dalla Bertè, raccolgono la rabbia, il dolore, la disperazione e lo smarrimento di quel periodo.
Il titolo prende spunto da un brano di De Andrè al quale è stato chiesto il permesso.
Loredana ne ha per tutti: dall’ex marito all’amministratore di condominio passando per Renato Zero fino al totale disprezzo per il padre a cui riserva addirittura 3 pezzi del disco.
La pelle dell’orso è una rettifica al brano Mi manchi dedicato qualche anno prima all’ex marito Borg. ‘’Perché tu, tu non mi manchi più per niente’’
In condominio n.10 ci sono un amministratore e un ufficiale giudiziario che non danno tregua a alla cantante.‘’Lasciami stare ho bisogno anch’io di vivere’’. E se le prende anche con Renato Zero per i suoi problemi economici ‘’Tutta colpa di uno Zero e se ancora non lavoro ma non glie ne frega niente che è incazzato nero’’.
Renato Zero, editore del disco, fece causa e Loredana Bertè perché, al contrario della stessa Loredana, voleva un disco più pop. Le canzoni furono ricantate dalla Bertè e il disco fu ristampato. Altra controversia, vinta dalla Bertè, è nata per il brano Rap di fine secolo che oggi è molto attuale ‘’La libertà è pericolosa basta leggere la storia perché non è cambiato proprio niente dal medioevo al medioriente’’.
In tutto sono state pubblicate tre versioni: la prima, quella ritirata dal commercio; la seconda, che vedeva l'esclusione di Rap di fine secolo; e la terza, che include anche il brano Pomeriggi. Io ho la quarta ristampa, edel del 2012, in versione economica in cui ci sono tutti e 12 i brani per la prima volta assieme.
Da segnalare la ballad Treno speciale, emblema della delusione e dello smarrimento dell’artista. ‘’Stiamo aspettando tutti di sapere quanto tempo ancora dovrà passare prima di arrivare a destinazione per questa vita che infondo non ci vuole’’ ; ‘’Io spesso mi domando come certa gente è sempre più arrogante anche se non vale niente’’.
Discorso che prosegue in Cuore in stallo con un messaggio quasi di sfida ‘’Fottuti idioti io sono qua, io sono qua ad aspettare che venga il giorno’’
Luna, brano presentato al festival, è dedicato a Mimì ed è un grido disperato di dolore. ‘’Chissà che fine ha fatto lei…. E chissà che fine a fatto Dio’’. Il testo inizia con ‘’E vaffanculo luna’’ ma a Sanremo fu cambiato con ‘’Occhiali neri luna’’.
Commovente e piena di dolore Zona Venerdì. Il 12 Maggio 1995, giorno in cui è Morta Mia, era un Venerdì. ‘’In una sera, una sera di Maggio gigante, che ho perso io e tu ancora più grande amore amore amore amore amore mio….’’
Sono due i brani non scritti dalla Bertè. L’esodo, di Mariella Nava, è uno di questi. ‘’Noi siamo senza noi partiti come in esodo per terre che non si vedono in un silenzio abissale che fa male, che fa male questa è la farsa che chiami storia questo è il presente presente di peggiore memoria’’.
Il secondo è Padre Davvero che è una cover di Mia Martini. A completare il trittico dedicato al padre, al disprezzo per il padre, sono Padre Padrone e il messaggio finale Buon compleanno papà che chiude il disco: ‘’La legge dice che solo la legge uccide ma sono 3 anni che mio padre è morto e ancora non può morire’’.
Non sono un fan della Bertè ma sono sempre stato curioso di ascoltare questo lavoro. Un piccolo gioiello. Lo consiglio ai collezionisti.
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