Lei è una di quelle stelle che brillano sempre, fulgide, perenni, romantiche. Lei è una di quelle che ti fa vibrare le corde della memoria, che ascolti con piacere pur essendo musicalmente su paesaggi di altro genere. E' una voce che ti fa dimenticare quanto tutto sia difficile e ti rammenta che in fin dei conti dobbiamo sempre guardare il lato positivo di ogni cosa. Mette gioia utilizzando tristezza...

Sono ormai passati 25 anni dal suo debutto "Elemental" ma la voglia di stupire e di raccontarci le favole della sua terra e dell'antichità è rimasta intatta, semmai accresciuta da anni di esperienze e ricerche sulle più svariate influenze culturali e musicali. La voce suadente e malinconica di Loreena McKennitt è rimasta la stessa che ci ha trasportato in mondi e luoghi lontani nel tempo e nello spazio, tra le fredde e verdi distese dell'Inghilterra, dell'Irlanda o di qualsiasi altra terra abbiate immaginato ascoltando la sua musica. Un ritorno al passato, alla semplicità folgorante di "Elemental" con gli strumenti meno presenti e la voce di Loreena ad elevarsi su tutto il resto. Come rimanere indifferenti davanti alla maestosità drammatica di "On a bright may morning"?

Quel senso di magia che pervade i lavori della McKennitt torna quì con prepotenza fin dalla "ballerina" "As I roved out", dal ritmo coinvolgente con la voce della musa pizzicante quanto basta. Splendida nella sua dolcezza la titletrack, un'immersione sensistica in un mondo parallelo fatto di nebbie e sussurri. Riecheggia il suono dell'antichità, si risvegliano le pergamene del mito. Paesaggi paradisiaci anche nella strumentale "The emigration tunes".

Forse mai come in questo caso abbiamo la strumentazione ridotta al minimo, con il ritorno in primo piano della voce magica della musa, quasi a voler ribadire il suo ritorno sulla scena. Ciò comporta però anche delle mezze cadute come "The star of the county down" dal sapore stantio, troppo simile ad altre sue composizioni passate, mentre di tutt'altra pasta è la conclusiva "The parting glass", stridente quanto basta per restare impressa in un album di questo tipo: alla voce sognante della McKennitt fanno da contraltare archi e dolce note di chitarra appenna accennate, quasi eteree, che con il loro tocco metafisico trasportano la traccia conclusiva in un'altra dimensione. Il degno commiato di un disco che conferma una delle migliori realtà di sempre per quanto riguarda la new age.

In questo periodo del mondo e della scena musicale in generale dove l'involgarimento sembra ormai dilagare senza trovare una degna opposizione, in cui ogni valore e ogni forma di arte sembra destinata inevitabilmente al macero, c'è ancora chi sa emozionare. C'è ancora chi con semplicità e nostalgia, riesce a toccare il cuore, trasportandoci in una realtà dimenticata...

1. "As I Roved Out" (4:59)
2. "On A Bright May Morning" (5:08)
3. "Brian Boru’s March" (3:51)
4. "Down By The Sally Gardens" (5:40)
5. "The Star Of The County Down" (3:34)
6. "The Wind That Shakes The Barley" (6:01)
7. "The Death Of Queen Jane" (6:04)
8. "The Emigration Tunes" (4:42)
9. "The Parting Glass" (5:13)

Elenco tracce e video

01   As I Roved Out (04:59)

02   On a Bright May Morning (05:08)

03   Brian Boru's March (03:51)

04   Down by the Sally Gardens (05:39)

05   The Star of the County Down (03:34)

06   The Wind That Shakes the Barley (06:01)

07   The Death of Queen Jane (06:04)

08   The Emigration Tunes (04:42)

09   The Parting Glass (05:13)

Carico i commenti...  con calma