Pensavo che i Los Lobos si fossero persi nei meandri di una ricerca sonora che nei dischi precedenti a questo li aveva portati a risultati non del tutto convincenti (“This time” ), quando addrittura fuorvianti dalle loro cordinate musicali (“Colossal Head” ), anche se qualche buona nuova era arrivata dai Los Super Seven (di cui facevano parte David Hidalgo e louie Perez) e dall’album solista di Cesar Rosas che ce lo aveva mostrato in buona forma, nonostante la gravissima disgrazia che lo aveva colpito (sua moglie era stata rapita e uccisa).
Ecco dunque tornare i Los Lobos con un album tra i loro migliori, ruspante e pieno di vitalità come ai tempi di “ Will The wolf survive?” . Sono presenti tutte le sfaccettature conosciute dei Lupi del Barrio, dal più vivace rock’ n’ roll (“ God Morning Aztlàn” , "Done One Blue" , "The Big Ranch" , al tex-mex chicano di “ Luz De Mi Vida” e “ Maria Christina”, entrambe dalla voce di Cesar Rosas, alle grandi ballate come “The Word” e “ Hearts Of stone” (titolo forse un po’ abusato nel mondo del rock, ma tant’è, finchè i brani sono di questa levatura. . . ).
Cos’ altro aggiungere? Avevo temuto per la loro sorte, ma dopo avere ascoltato questo album, direi che non c’ era motivo di preoccuparsi.
Carico i commenti... con calma