Il "recensore ufficiale" della discografia di Bob Mould, al cospetto di questo gelido ma succoso "Long Playing Grooves" del 2003, per prima cosa dovrebbe chiedersi se questo lavoro somigli, perlomeno dal punto di vista strettamente compositivo, a qualsiasi altro disco di Mould, magari cominciando da quel "Modulate" dell'anno prima, il lavoro fino ad allora meno tradizionale e più sofisticato della sua produzione. E la risposta sarebbe "ni"...

Sebbene Bob abbia adottato un acronimo per concedersi d'osare maggiormente, sebbene fosse da un decennio e passa un conoscitore sempre più esperto di elettromusic nonché avesse già da anni intrapreso una seconda vita da live dj nei locali della East Coast, quando non ci si trova a semplicemente proporre una scaletta di pezzi, od a remixare roba altrui, ma è chiamata in causa la propria penna, la propria mente, la propria creatività, il proprio estro, beh allora il discorso cambia, e non di poco. E trovare idee completamente nuove, al cospetto di vent'anni di carriera, facile facile non deve essere...

Vi sono, infatti, perlomeno quattro brani che potrebbero tranquillamente essere riarrangiati e reincisi in chiave pop-rock, o quantomeno a riguardo dei quali è facilissimo individuare matrici "tradizionali". Il caso più eclatante è "This Is The Way I Want It", in cui l'arpeggio di una chitarra che zampilla su questi suoni liquidi tradisce già non poco. Ed il brano consiste, in sostanza, del solo ritornello di una rock ballad delle sue... E questa, in fin dei conti, è la formula della "dance", in tutti i suoi stili e sottogeneri: elementarizzare... Il più delle volte è la parte canora che si sacrifica, ridotta a ritornelli senza strofe, o magari a strofe senza ritornello, come Bob fa in "Devil V. Angel", indovinato e ballabile episodio tutto in falsetto, veloce e pestato (pestato nientemeno che da tamburi veri), cui talaltro seguono cinque minuti di instrumental molto ambient...

Si può anche scegliere di prendere gli episodi più delicati e farne musica pop sintetica dolce dolce, come la vocoderizzatissima e splendida "Guys Like You", od ancora prendere un pezzo che nacque rock tirato e poco melodico, magari destinato a fare da b-side o a non trovar mai la luce, e stravolgerne gli arrangiamenti, quindi metterci dentro linee di dub, note di lunge xilofonico e riverberi vari... Magari ancora, come avviene nell'"ex rock" di "I Cannot Reverse You", senza spogliarlo del suo originario quattroquarti pestato...

Quando ne capisci di musica elettronica, non esistono più i rimasugli... Una canzone non riuscita bene? Remix. Una strofa alla quale non sai incollare il giusto ritornello? Un ritornello senza strofe? No problem! Ecco perché, in parte, lo si potrebbe considerare un disco di Bob Mould come gli altri...

Ma le ragioni dell'opposto pensiero ci sono, e non sono di meno... Cominciano dalla quasi spoken word iniziale di "Theme (It's A Perfect Day)", melodia e rumori che prendono il largo lentamente, con calma, od in "BB DuBois", altra spoken word la cui ritmica è un incrocio tra certo cool jazz e la vecchia house... Tastiere sempre abbastanza "Orbital-i" per un brani che non è né ambient né club, né jazz né house, né tantomeno chill quando la grancassa campionata viene soppiantata dai bongos. Chi si nasconda dietro (dentro) la LoudBomb diviene impossibile scoprire se si ascoltano i suggestivi episodi club di "Factory Builders Convention" e di "Heaven's On Fire", basso rapido e tips elettronici a mai finire, in cui persino i due delicati, sommessi ma piacevoli assoli di chitarra non hanno il benché minimo sapore di ciò che fu. E se strambe paiono le soluzioni per "We Need The Truth", dal ritornello funky anni '80 in stile Prince imprigionato dentro ad una tank di liquido amniotico, l'ipnosi è quasi inevitabile per l'ascoltatore di "Helium", su ritmica house: il cantato monocorde e la timbrica di Mould, molto efficace nelle note lunghe, supportati da tastiere spaziali e tips luminosi, rendono il brano conclusivo del disco all'altezza dei celebri, arditi quanto riusciti episodi caustici (quelli che io chiamo "da tempesta magnetica") presenti in coda alle tracklists dei dischi del Mould "tradizionale".

Lavoro algido, più autunnale che invernale, "Long Playing Grooves" è un disco che sale di ascolto in ascolto, che le orecchie degli "addetti ai lavori" e degli esperti del genere non potranno che apprezzare, e che può tranquillamente conquistare colui che nulla sa così come il conoscitore, l'"esperto" di Bob Mould.

O no?

Elenco e tracce

01   Theme (It's A Perfect Day) (06:25)

02   Heaven's On Fire (02:37)

03   We Need The Truth (03:56)

04   Helium (07:45)

05   Guys Like You (03:49)

06   Devil Vs. Angel (05:55)

07   I Cannot Reverse You (04:15)

08   The Fall Collection (05:10)

09   This Is The Way I Want It (05:25)

10   BB DuBois (04:07)

11   Factory Builders Convention (02:59)

12   NumberNine (05:02)

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