L'Amore in Ascensore: atto III.
Con una rinnovata line up, non più a maggioranza femminile, ritornano i Love in Elevator con "Il Giorno Dell'Assenza" un disco complesso e dalle svariate sorprese. Un suono analogico, tanto per cominciare, che sa di pietra rara e preziosa. Hanno avuto un bel coraggio, i Love in Elevator, a tuffarsi così, nel meraviglioso mondo delle bobine e del valvolare, in un momento in cui le produzioni digitali potenti e perfette regnano sovrane. Ne sono sopravvissuti, devo ammettere, non senza qualche neo. Ma si sa, i nei non sono sempre difetti, e a quest'album donano davvero valore aggiunto e peculiarità.
"Camilla's Theme", brano rarefatto e malinconico, apre le porte alla sostanza sonica della title track "Il Giorno dell'Assenza", della magniloquente "Dune" e della sognante dichiarazione d'amore e morte di "Mata Hari". Con questa tripletta a caldo, la band mette le proprie carte in tavola e pare determinata a mostrare a tutti una nuova e salda identità. Cantare in italiano su strutture rock intricate e alternative non è facile, è spesso una trappola che non lascia scampo, invece Anna Carazzai (voce e chitarra, ma anche piano e basso in alcune tracce) dimostra di saper scrivere testi originali e rispetto al cantato in inglese ne guadagna personalità e comunicabilità. I cori sono bellissimi, onirici e sensuali, sono sirene pericolose: incantano, poi fanno morire. "Il Sesso delle Ciliegie", apice artistico dell'album, è un pezzo in cui k tutti gli strumenti si dispiegano in un mantra sonoro claustrofobico ad alto tasso emotivo, a ripeterci che in questo mondo è inutile "insistere", tanto la nostra condizione umana non cambierà, l'unica cosa certa è che siamo "vivi e soli", e le due costanti spesso non vanno d'accordo.
Si susseguono poi "Mancubus" e "I Cieli di Munch": stoner e noise, ferro e fuoco, una caduta libera nel vuoto delle nostre ossessioni. In "Consigli d'un Bruco" sembra di assistere ai Melvins alle prese con un rebus o un cruciverba. Forse una conversazione telefonica in cui la linea è disturbata. Oppure semplicemente un quiz che non è mai stato risolto. Forse la conclusiva "Honey", ballata obliqua e toccante, è il vero giorno dell'assenza: assenza in quanto abbandono. Il cerchio si chiude con una voce che trema.
Un disco ricco, complesso e di grande sensibilità, un pò disordinato se vuoi, a tratti disorienta, ma senza dubbio lascia il segno.
Elenco e tracce
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