Una delle migliori scoperte di questo 2016, con conseguente acquisto di album (meritato) è stata senza dubbio per me quella di LP.

Viene da Long Island, ed è per metà italiana di Napoli, la trentacinquenne (1981) Laura Pergolizzi.

Dal 2001 ha avviato una discreta carriera cantautorale avvalendosi dell'appoggio di numerose case editrici a contendersi le sue strofe. Ha infatti scritto moltissimi pezzi da dietro le quinte per artisti del calibro di Cher e Joe Walsh.

La vera e propria popolarità, anzi, meglio dire il riconoscimento lo ha con il singolo di lancio Lost On You ed il suo ritmo da canzone suonata in spiaggia ricolma di malinconia, che sicuramente ha fatto breccia in milioni di stazioni radio.

Preceduto dall'EP Death Valley, il disco è contraddistinto dal senso di inadeguatezza e solitudine (a tal proposito molti testi accennano a discriminazioni sessuali) di pezzi come Tightrope e Other People. Quest'ultima da me ritenuta perla di particolare esigenza di lettura. Unica pecora nera (rispetto allo stile degli altri pezzi) la seconda traccia No Witness, circondata musicalmente da tastiere e maggior impulso ritmico.

Chitarra, aria da lupo ferito e fischiettii da contorno, senza troppi sfarzi o esagerazioni. Il particolare timbro rende il suo stile caratteristico e riconoscibile fin da subito.

I never tried to be a hero è un verso che potrebbe riassumere le emozioni buttate giù dalla ragazza, e per chi volesse ascoltare un concentrato di semplicità e genuina spontaneità di un certo folk alla vecchia maniera, si rivelerà senz'altro una godibile oretta.

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