Il secondo album del giovane cantautore abruzzese non possiamo considerarlo di certo un capolavoro, di certo non passerà alla storia, non sarà nelle classifiche dei migliori album di tutti i tempi.
Dato per scontato questo "La vita è strana" dal mio punto di vista è un discreto disco, diciamo un buon prodotto del pop italiano. Il disco apre con "l'isola degli sfigati" canzone che condanna prettamente il cinismo e verrebbe da dirsi tutto qui ? Si prosegue con le sfumature blues di "Stufa calda", la mielosa "Piange il sole", la "Ricetta del campione" (orecchiabile niente di più).
"Sparirò" (presentata a Sanremo) è una buona ballad, un pò meno "Devi darmi di più". Non male "Hotel Cervo" (ma perchè si chiama così) "Giù amore" e "Crisi di governo", ma la parte migliore del disco è quella finale dove si trovano le tracce "La vita è strana" e "Piantagioni di spezie".
Un disco musicalmente più rock, più maturo del precedente "Calma e sangue freddo" con testi che vanno dal dolce alla grinta che si esprime con un linguaggio irriverente e se vogliamo spocchioso, ma soprattutto diretto. Un esempio il tagliente esordio in "La vita è strana": "anche se a prima vista vi potrei sembrare poco intelligente, sappiate che è quello che penso anch'io di tante gente". Non fa una grinza!
Insomma un consiglio a Luca Dirisio lo sappiamo tutti che l'amore fa soffrire ma insisti di più sul tuo lato impertinente e irriverente. Insomma non sarà un capolavoro ma lo si ascolta piacevolmente.
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