Negli ultimi anni non mi è capitato spesso di leggere un prodotto italiano che rimbabisca a tal punto d’alimentare quella curiosità che spinge un critico a munirisi di trattati per tradurre il significato di un verso o una strofa, specie se quel significato è “mascherato” da suoni.
Luca Vecchio eprime nelle sue opere quel disagio del vivere contemporaneo ma non solo. Racconti di luoghi resi incantevoli dalla sua poesia, misteri del cosmo ed amori perduti; temi mai scontati. Catanese doc, antagonista della banalità, è un personaggio che sfugge e per questo intriga.
Non è un esordiente ma di lui si conosce poco e non mi stupirebbe scoprire un’ anima dannata resa volutamente permeabile dalla sua musica. Quando mi sono giunti il singolo (P2002) ed il Demo Il Verme (P2004), non immaginavo di recensire un artista sconosciuto ai piu’ dotato di intelligenza, gusto e conoscenza. In passato apprezzato all’estero con un album suonato con i Pyrosis si ripropone ai giorni nostri con un demo CD-r dal titolo Il Verme: 5 tracce suonate, registate e cantate da Luca Vecchio nel suo sottotetto. Suoni power pop, brividi folk e post rock provenienti da quella Catania che continua a sfornare artisti da fare invidia a scenari tipici come New York, Seattle, Chicago ed Athens.
Dove sono finiti i salotti rinascimentali ? Nessuno pare preoccuparsene! Un plauso a Luca Vecchio e a tutte quelle anime (penso di non riuscire a scoprirle tutte) oscurate dall’anonima società italiana fatta di eroi in mutande.
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