Quando, nel 1988, Lucio Dalla decise di intraprendere una nuova avventura con l'eterno ragazzo di Monghidoro, molti critici, come frequentemente accadde al cantautore bolognese, storsero il naso. Gli si rimproverò il fatto di avere voluto fare una scelta commerciale. In realtà basta ascoltare il disco per capire che c'è molta carne al fuoco in quanto a meraviglie musicali; perfino troppa. Intanto i due vecchi amici si avvalsero della collaborazione di alcuni giganti della canzone d'autore e della poesia: Mogol, Guccini, Cocciante, Battiato, Roversi, poi si scambiarono ruoli e canzoni, infine inserirono perfino un brano di Monk. Tant'è che i brani memorabili del disco sono tantissimi, vado elencando: Felicità, Cuori di Gesù, Il duemila, un gatto e il re, Chiedi chi erano i Beatles, Vita, Che cosa resterà di me, C'era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones, Emilia, Amore piccolino, Il cielo. Oltre, ovviamente, a Misterioso del grande jazzista americano citato precedentemente. Su ognuna di queste canzoni si potrebbero fare molte riflessioni, ma il tempo del lettore contemporaneo è breve quindi lo sarò anch'io.
Felicità è un brano di irripetibile dolcezza, un incantato saggio dell'arte dalliana, così sospeso tra struggimento e ironia, sogno e malinconia, un quadro di Chagall: leggero e profondo, Cuori di Gesù parla dell'adolescenza in maniera dolce e protettiva, racconta dei suoi falsi movimenti e delle parole che non arrivano mai con un inciso di rara bellezza, Il duemila, un gatto e il re segna il ritorno della collaborazione tra Dalla e Roversi, si racconta dell'incontro tra Cristo e Marx e la voce di Lucio giganteggia per partecipazione e potenza, Chiedi chi erano i Beatles rivela una grande interpretazione di Morandi e un arrangiamento superiore all'originale degli Stadio di un altro brano del poeta bolognese su musiche di Curreri, Vita ha un testo straordinariamente bello e poetico su un tappeto sonoro sapientemente tessuto da Malavasi, Che cosa resterà di me è uno dei più bei brani di Battiato di sempre: si vola alti su una riflessione non compiaciuta della propria condizione terrena, C'era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones diventa, nell'interpretazione di Dalla, un brano drammatico, magnetico e doloroso, Emilia è il primo e ultimo incrocio tra due penne eccellenti del cantautorato italiano Dalla e Guccini, si sente la finezza e la ricercatezza del testo, opera del Maestrone, e la trascinante vitalità della musica del Ragno. Amore piccolino e Il cielo sono due gioielli a suggello del tutto. Insomma un po' troppo perché si possa parlare di un disco fatto per accontentare le bocche buone, no? Un lavoro, invece, complesso e vario, che fonde intelligentemente l'arte, quasi antitetica, di due grandi protagonisti del panorama musicale italiano. Avercene ancora...
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