La musica, per Luigi Nono, era indissolubile dall'impegno umano e politico: ne è un esempio "Como una ola de fuerza y luz", brano del 1971-72 dedicato all'attivista rivoluzionario Luciano Cruz che Nono aveva conosciuto a Santiago del Cile e la cui morte improvvisa (attribuita a un banale incidente domestico) aveva stimolato la scrittura del pezzo. Brano molto articolato, prevede in organico una voce di soprano, pianoforte, orchestra e nastro magnetico, per mezz'ora di durata. Il pianoforte è usato soltanto nel registro medio-grave, dal centro della tastiera in giù, e in studio Nono ne trasporta le sonorità ancora più in basso, registrandole su nastro. In una esecuzione dal vivo si viene dunque a creare, nelle parole del compositore, «un gioco di rimandi, di echi, di battiti e di pulsazioni» tra i due pianoforti.
Brano splendido, questo, il titolo lo descrive bene: come un'onda di forza e luce. Vitalità, aggressività del suono, esplosioni acustiche si alternano in questa lunga composizione in cui una tagliente voce femminile invoca "Luciano!", il nome del dirigente scomparso ma "siempre vivo!"; il pianoforte è quasi un pretesto per ricavare sonorità martellanti e percussive, mentre l'orchestra libera i timbri aspri delle percussioni e degli ottoni. A questo si aggiungono colori spettrali nell'introduzione e a metà del brano, acutissimi sibili in prossimità della fine, e sonorità filamentose e aliene che delineano scenari apocalittici nella suggestiva conclusione, carica di poesia.
Con "...sofferte onde serene...", Nono rivolge lo sguardo al suo privato e a quello dell'amico Maurizio Pollini, per cui il brano è stato scritto nel 1976. Sono sofferte, queste onde, perché dei lutti avevano colpito in quel periodo la famiglia di Nono e quella di Pollini. Ne risulta un brano per pianoforte in cui è di nuovo presente lo sdoppiamento tra lo strumento suonato dal vivo e la sua immagine acustica elaborata su nastro, che si confondono e si richiamano a vicenda. Brano che procede per 14 minuti annullando quasi del tutto ogni logica discorsiva, e importante anche per il fatto che qui, per l'ultima volta, Nono utilizza il nastro magnetico: negli anni successivi egli adotterà la tecnica del live electronics, cioè della modificazione elettroacustica del suono in tempo reale.
Le utopie della musica elettronica sono ben rappresentate in "Contrappunto dialettico alla mente", un brano dell'anno cruciale 1968 in cui Nono allestisce un incandescente flusso sonoro fatto di suoni e rumori registrati al mercato di Rialto a Venezia, suoni di campane e d'acque della città lagunare, suoni elettronici puri generati in studio, più quattro voci femminili e una maschile. Le voci, che accompagnano convulse tutto il brano nei suoi 20 minuti di durata, diventano intelliggibili solo nell'ultima parte, per un duro atto d'accusa agli Stati Uniti coinvolti all'epoca nella guerra del Vietnam.
Ecco dunque, in tre brani, un ritratto significativo del compositore veneziano e delle visioni che hanno animato la sua vita e la sua musica.
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