La scena garage-punk degli anni’ 80 ha rappresentato sicuramente un momento di grande fermento e creatività: un ritorno alle origini del rock in un periodo dominato dai suoni freddi della new wave. Numerosi sono stati i gruppi validi: fra i più importanti ricordo i Chesterfield King, i Fuzztones e i Plan 9 provenienti da New York. A San Diego c’erano invece i Tell Tale Hearts e i Gravedigger V di Leighton poi diventati Morlocks. Di Los Angeles erano gli Unclaimed del mitico Shelley Ganz mentre da Boston provenivano i Lyres di Jeff “Monoman” Conolly. In Italia non vanno certo dimenticati i Sick Rose! Proprio i Lyres, a mio giudizio, erano sicuramente fra i migliori esponenti del genere: in realtà il futuro “frontman” e tastierista dei Lyres aveva iniziato a calcare le scene negli anni ’70 con i mitici DMZ, un gruppo punk con forti influenze ’60. Ma è con i Lyres che ha dato forma alla sua grande passione per il suono degli anni ’60: grande cultore di Animals e Kinks, dei Sonics e di tutti i nomi minori del garage-punk, Jeff Conolly è riuscito a ridar vita a un suono immortale riproponendo cover e pezzi originali di grande valore. Già nel primo “On Fyre”, un piccolo classico del garage-punk, ci sono pezzi trascinanti e immortali come “Don’t Give It Up Now” e “Help You Ann”: impossibile resistere alla forza dirompente di questa musica. Anche il successivo “Lyres Lyres”, uscito nel 1986 per la Ace Of Hearts negli Stati Uniti e per la New Rose in Francia, si attesta in ogni caso su ottimi livelli. Assieme al cantante ci sono il fedele Rick Coraccio al basso, Danny McCormack alla chitarra e Jon Bernardo alla batteria. La registrazione è migliore del precedente e il disco contiene alcune delle loro cose migliori: “She Pays The Rent” e “I Love Her Still I Alway Will” sono 2 piccoli gioielli che resuscitano il fantasma degli Animals. Ma anche “Not Looking Back” e “You’ll Never Do It Baby” riescono ad essere sferzanti e incisive grazie alla graffiante chitarra fuzz di Danny McCormack, vero e proprio marchio di fabbrica del loro sound assieme al mitico organo Farfisa. “How Do You Know” è un altro dei pezzi forti sulla falsariga di “Help You Ann” mentre la tiratissima “Busy Men” proviene dal repertorio dei DMZ. I Lyres sono ancora oggi in attività a testimonianza della loro continua devozione per il suono ‘60 a dispetto di tutte le mode.

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