24 giugno 2014, Natal (Brasile).
Di scena, all’Arena das Dunas, i Mondiali di Calcio e nella fattispecie l’ultima partita del girone D. Il resto è storia con l’Italia sconfitta dall’Uruguay ed eliminata dopo l’espulsione di Marchisio, il moccico di Suarez a Chiellini e lo splendido colpo di testa del flaco Godín.
Meanwhile, nella stessa città, 4 ragazzi sono rinchiusi tra le mura del Cantilena Studio nel bel mezzo della composizione e/o della registrazione del loro album di debutto. Il titolo è esplicativo della situazione, tradotto in italiano: “Sulla vita in comunità”.
La proposta dei Mahmed è strutturata sostanzialmente sull’uso della chitarra: fraseggi, cambi di tempo, rapide deviazioni, digressioni. Il tutto nell’ottica di un post-rock meno intimista e dilatato, decisamente più votato alla ritmica e a struttura dei brani più dinamica. Un post-rock vicino agli albori del genere: l’influenza è quella di Slint e Tortoise, ma rivisti in un’ottica meno spigolosa, figlia di ripetuti ascolti Frusciantiani e, in parte, della provenienza geografica del quartetto. D’altronde vivere a due passi da Praia de Ponta Negra (http://www.hotelmarsol.com.br/wp-content/uploads/fotos-de-natal-praia-de-ponta-negra-morro-do-careca-hotel-marsol.jpg) è ben altra cosa rispetto a vivere in Kentucky.
Nell’introduttiva “AaaaAAAaAaAaA” i delicati arpeggi richiamano i Mogwai, ad impreziosire il tutto una voce femminile appena accennata in sottofondo. Sarà l’unico caso di canto all’interno di un album che è quasi esclusivamente strumentale: difatti gli inserti vocali sono centellinati e sono costituiti prevalentemente da sample. È il caso di “Vale Das rrRosas”, sorta di ballata emo-post semiacustica, per certi versi à la American Football, in cui è inserito un campione di un vecchio disco di favole brasiliane.
All’assenza dell’aspetto vocale fa da contraltare la ricchezza sonora delle canzoni. Nell’onirica “(Momentos) Antes De Dormir” un synth e chitarre in reverse dialogano tra loro fino a farsi cosa sola. In “Ian Trip” usano in chiave psichedelica, a conferma del titolo, una batteria dalla ritmica rap, turntablism e violino. “Shuva” è arricchita da elementi elettronici, mentre reminiscenze blues si trovano in “Mantra Tensão” (la più Frusciantiana del lotto) e in “Quando Os Olhos Se Fecham” (in quest’ultima fanno uso intelligente della fisarmonica).
“Sobre A Vida Em Comunidade” è un lavoro solido, ben scritto e ben arrangiato, tra melodie aperte e suoni puliti. In definitiva è il disco che vi farà aprire le orecchie su un Brasile musicale diverso da quello a cui eravate abituati.
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