Se critichiamo anche Mina allora non salviamo nessuno. Colei che ha interpretato e fatto sue molte delle canzoni italiane più belle, nessun’altra collega vanta un numero simile di emblemi musicali. Da tutta la decade anni sessanta, ai pezzi scritti per lei da Battisti nei primi settanta, alla meravigliosa Ancora Ancora Ancora del 78, poi dagli 80 album meno notevoli ma sempre di qualità e infinita classe. Ha dato il meglio di sé nei pezzi scritti appositamente per lei, ha peccato di presunzione nel voler rifare brani incisi da altri e insostituibili come quelli dei Beatles. Canzoni sempre ben curate negli arrangiamenti e nella scelta dei musicisti. E di Mina in persona che dire? La voce italiana più sensuale e rappresentativa della canzone pop. Personaggio pieno di sé, tuttavia molto consapevole e di intelligenza sopra la media. Si è ritirata seguendo l’esempio di Battisti che reputava il più grande di tutti. Si è risparmiata una pensione ridicola come quella di vecchie mummie televisive ormai caricature di loro stesse. Fa uscire dischi da quasi settant’anni, forse però nel suo caso sono più importanti le canzoni singole piuttosto che gli album interi. Strofa-ponte in crescendo-ritornello esplosivo —> insuperabile. Signore e signori, la Tigre di Cremona: Mina.
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