L’ultima vittima di Internet

Oggi sono stato, come ogni sabato, al cimitero a trovare mio padre e mia madre.

Forse sono ancora uno dei pochi che ci crede, era una nevrosi collettiva, ora forse è solo mia e di pochi altri, a giudicare dalla poca gente (viva) che si vede in giro.

All’uscita ho trovato un tipo con cui ho avuto a che fare tempo fa per faccende sempre legate a mio padre e mia madre ora che sono qui, in questo posto.

Era depresso, si lamentava dell’Italia, così ha esordito, tanto per essere originale.

Poi ho capito subito perché.

Tempo fa un altro addetto mi aveva raccontato di come non ci sia più il due novembre di un tempo.

Con traffico nei pressi del cimitero e ai banchi dei fiorai.

Che ormai le inumazioni sono una cosa che sta passando di moda, le sepolture diminuiscono, e quindi i visitatori del cimitero.

Nell’era materialista in cui l’uomo non è altro che il suo corpo e l’anima non esiste, il suo corpo ha perso qualunque valore.

Tutti vogliono essere cremati.

Un’urna cineraria da tenere a casa, accanto al televisore.

Niente più viali alberati con pietre marmoree con sopra foto e nomi di sconosciuti, da osservare, da leggere, da incontrare, sempre quelli, per abitudine una volta a settimana, una volta al mese, una volta all’anno, che divengono familiari pur rimanendo estranei come succede con i vivi nella vita reale, su cui immaginare storie aiutati dagli epitaffi, come Totò o Edgar Lee Master.

Niente più la voglia ed il bisogno per i congiunti di lasciare alla memoria degli altri un’immagine, anche se solo di un umile netturbino, su cui mettere un fiore, passeggiando su un viale alberato.

Niente più il bisogno di scrivere il ricordo di un amore perduto su una lapide in un campo fiorito sotto i raggi del sole e gli occhi degli altri.

L’ultima vittima di Internet.

Era lasciare una traccia del nostro passaggio e di quello dei nostri cari, sul suolo terrestre, sotto gli occhi di tutti, uno dei più intimi bisogni umani, in attesa del giorno del giudizio dell’Altissimo e della resurrezione dei morti dalle loro tombe.

Ora non più.

“Ed il giorno del giudizio l’ultimo Internauta prenderà le migliori storie delle nostre vite prese dal web e da whatsap, ci scriverà un romanzo pieno di citazioni, e il mondo avrà un nuovo inizio”.

La nuova resurrezione dei morti.


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