Il 2018 in rassegna - recensioni musicali - parte 1
Una recensione per tutte le principali uscite dell’anno, valutate col più semplice dei metri di giudizio: ok/no.
Beach House - 7 - Madonna che coglioni di album. Non capisco come nel 2018 si possa ancora aver voglia di scaricare illegalmente i dischi di sti due e smorzare il proprio flusso psichico in un melassa di riverberi. Vi ricordo che dietro la stazione vendono chimiche realtà, non sogni. NO
Tedua - Mowgli - Tedua è un rapper così storto da emanare una positività diagonale, in grado di irradiare con uguale tepore entrambi i lati della strada. Me lo immagino arrampicarsi sul Bosco Verticale, lanciarsi su liane che esistono solo nei suoi occhi e piano piano scivolare sulla filigrana della tua nostalgia, facendola crollare in un malinconico sospiro. OK
Mitski - Be The Cowboy - Questo disco ci sta! Mi piace, lei è davvero brava! Mi piacciono le sue canzoni! OK
Capo Plaza - 20 - La musica di Capo Plaza fa attorcigliare i nervi dall’imbarazzo, eppure quando la indovina, la indovina giusta. A sto giro tocca a “Tesla", ma tanto il merito non è suo. NO
Father John Misty - Un barbone lungo giusto per non dimenticare di aver cambiato il folk quando ancora stava nei Fleet Foxes, una manciata di ballatone ben fatte, un pozzo senza fondo di auotoironia e via che si fa incetta di lodi da parte della critica del tipo “il finora miglior album del più cinico, sagace e dolcemente amaro dei cantautori odierni”. Spoiler: le lodi erano imbarazzanti, ma questo disco no. OK
Nu Guinea - Nuova Napoli - Questo album è un pacco colossale, solito saccheggio di matrice milanese della tradizione napoletana che tanto fa figo di sti giorni al nord. Per giunta, commesso da napoletani stessi. Che vivono a Berlino, aaaaaaahhhh. Madonna santissima che schifo. NO
Noyz Narcos - Enemy - A sto giro Noyz ha fatto un po’ cagare, ancora con il flow serrato, ancora con “sta merda”, con i teschi in copertina, ancora con tutta quella serie di stereotipi che mette in rima da quasi due decadi e che stavolta sembrano venir fuori dal laboratorio di raccolta delle urine. NO
J. Cole - KOD - Quando J Cole rappa, il mondo deve solo stare ad ascoltare. Quindi fate silenzio, tu e quella posticcia merda new wave. OK
Rosalía - El mal querer - Brava Rosalia, che hai appena ricordato a noi occidentali quanto siamo prevedibili e ipocriti nel farci sedurre da un po’ di sciocchezzuole esotiche - a sto giro tocca al flamenco - e ergerti a best new artist del 2k18 per poi dimenticarti tra due anni. OK
A.A. V.V. - The Black Panther OST - Non sono riuscito ad asoltarlo tutto + c'è dentro Kendrick Lamar = asciugata di palle. NO
Sfera Ebbasta - Rockstar - Fa incazzare chi non lo capisce, cioè chi è stronzo o scemo, e quindi fa il giusto. Ne rockstar ne popstar: Sfera è l’ultimo punk italiano. OK
The 1975 - A Brief Inquiry Into Online Relationships - I nuovi Coldplay, ma più giovani, più drogati e, auspicabilmente, meno graditi a Fazio. Intanto il loro disco è un caleidoscopio di brillanti svisature kitsch su un’ossatura pop-rock ben solida, forse la più strutturata che si sia udita nei mesi passati. OK
Low - Double Negative - Il ritorno dei Low in pompa magna è stato frainteso come una specie di slow-core squagliato pronto a risucchiarci tutti nell’oblio, ma in realtà è un succo di frutta scaduto ed è per questo che ci lascia quel saporaccio di catrame sulla lingua. NO