A Donny, a me, a tutti voi...

Primo gennaio venti venti...

Caffettino con sambuca, un po di drum...

Me ne sto qui in mezzo a operai sdentati, vecchietti che giocano a carte, donne senz'arte ne parte.

Tutto bene, anche perché questo sole inaspettato ingentilisce tutto. Senza contare che le donne comunque son donne.

Sono spelacchiato come un vecchio cane di strada, magico come un artista da due soldi in un'ora di pace. E c'è come una specie di verità, ovvero questo è quanto.

Torno a casa e ho bisogno di qualcosa che mi restituisca una sensazione simile. Musica chiaramente.

Musica. Si, musica.

Vado sul tubo a caccia di meraviglie black, li la verità c'è sempre. Sorry per la retorica.

Donny Hathaway ha un bel cappello e una bella faccia. Ed è intenso. Al punto che l'aria nella stanza si fa umida. E questo è un bene, visto che il mondo è secco, arido...

Un vero deserto...

Si sentono le lacrime, gli umori del corpo. E' una specie di pioggia, tutti i fiori ne godono, tutti i fiori bevono...

E abbeverarmi a una fonte buona è esattamente quello che volevo.

"Ho dato poesia agli uomini e dunque nel mio mestiere sono re", così Cesare Pavese. Beh Donny, eri un re anche tu...

Auguri, brothers and sisters...


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