"Chi dorme non piglia pesci" (ma chi legge invece sì...)

Non me ne vogliate cari amici del DeBasio se mi scappa da scrivere su quel che mi diverto a leggere e a farvene poi partecipi, ma avendo pochi contatti col mondo esterno a parte il lavoro c/o il ministero, cerco affetto e stimoli dove posso e nel dubbio pure qui sul DeBbio, come dicono in sicilia “cu va pi chisti mari chisti pisci s’a da pigliari”

Ordunque veniamo al contenuto della presente, in queste ultime settimane ho scaricato aggratis una caterba di ebook (ehm, centinaia…) da un sito italiano che presumo chiuderanno presto, non credo che riuscirò a leggerli tutti in questa vita, vista la mia modesta velocità di lettura ed i tempi ritagliati a lei dedicati, però intanto ho creato una piccola biblioteca privata da cui attingere di volta in volta qualcosa da leggere per passare meglio il tempo, tra i tanti libri offerti m’è venuto il ghiribizzo di calarmi nell’arte pittorica et scultorea (per iniziare a conoscerle un po’ di più), descritte in 4 o 5 volumi dal critico Vittorio Sgarbi, e di cominciare a leggermene uno a caso, ovvero “Dall'ombra alla luce. Da Caravaggio a Tiepolo. Il tesoro d'Italia. Vol. VI” quello che qui descriverò.

Tenete presente che prima di iniziarlo stavo già leggendomi una cosa totalmente diversa che nulla ha a che vedere con Sgarbi (a parte l’esser entrambi Professori) o l’arte, e cioè “A passo di gambero: Guerre calde e populismo mediatico” by Umberto Eco di cui Vi farò grazia non recensedolo affatto, insomma ho terminato prima “Dall'ombra alla luce. Da Caravaggio a Tiepolo” nonostante le sue XXVI + 574 pagine e illustrazioni a colori contro le 368 pagine senza illustrazioni di Eco, di cui sono arrivato appena a metà mentre scrivo, quindi se mi scappa qualche cenno sui conflitti in Iraq o in Afghanistan, o sul World Trade Center e le sue Twin Towers, (ma non credo che vi accennerò a meno che non vengano citate le sculture danneggiate per sempre nei paesi medio-orientali dai terroristi col cervello dislavato e ormai del tutto fuso, che sperano così di ottenere illusori benefici ultraterreni nell’aldilà presunto dove li attende anche un harem con decine di vergini a testa con cui poi sollazzarsi) non badateci più di tanto, comunque starò attento a che ciò non accada, promesso.

Sgarbi scrive abbastanza frettolosamente di vari artisti intorno al periodo “seicentesco”, soffermandosi appena su alcuni dei loro trascorsi ed alcune delle loro opere e comparandoli spesso a Caravaggio, preferendo (Sgarbi) però molti dei “minori” e semi sconosciuti ai più e detenendo (cioè avendole acquistate) anche alcune preziose opere, (nella sua collezione privata) scovate qua e là nei suoi peregrinaggi museali e chiesistici in Italia, in Europa e financo negli States, a volte va in sollucchero per delle sfumature o degli abbinamenti di colori e altrettanto per i temi perlopiù biblici dove la fanno da padrone la madonna, San Giuseppe, Gesù bambino (ehm, circonciso, e poi ci avanza di criticare i sopradetti popoli di cui fanno parte anche i terroristi per la loro pratica secolare della circoncisione… o altre pratiche che qui in occidente non ci siamo mai fatti mancare), Maria Maddalena, San Giovanni decollato e i San Sebastiani vari o le sante in estasi, temi mitologici grechi o romani e a volte (poche) temi contemporanei, legati alla vita reale del popolo con le loro abitudini o arti e mestieri e ritratti di gente comune e di nobili personaggi.

Alla fin fine di quel che ho letto m’è rimasto poco o nulla dentro se non la voglia di approfondire meglio quell’arte di cui Sgarbi con le sue scarne descrizioni m’ha invogliato a conoscere meglio per capire chi eravamo e perché siamo diventanti in parte ciò che siamo, leggendo di questi artisti e del mondo in cui vivevano, i più stentatamente e alcuni fortunati nella ricchezza a discapito di quei più… e niente mò mi restano gli altri volumi da finire o iniziare, invece che dormire.

ps Sempre m’è piaciuta fin da piccolo anche la massima o il proverbio “impara l’arte e mettila da parte” che qui ci sta a ehm, pennello…

ps2 poi dicono che il Professor Vittorio Umberto Antonio Maria Sgarbi, non ami le capre, ehm, qui le ha volute perfino in copertina e dentro ne parla anche (strano ma vero) in una maniera molto interessante con una certa dolcezza e positività…

ps3 ora posso tornare al libro che raccoglie i testi di diverse conferenze ed articoli apparsi anche su La Repubblica e L'Espresso nel periodo tra il 2000 ed il 2005 del Professor Umberto Eco per finirlo entro breve o quando capiterà…


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