IL BENESSERE OCCIDENTALE
«C'è una crisi energetica in atto. Le imprese sono in difficoltà, molte sono fallite, migliaia di persone hanno perso il lavoro. Ci sono proteste nelle città e sfiducia ed incertezza nel futuro. [...] Ho realizzato che tutte le leggi del mondo non possono aggiustare quel che c’è di sbagliato in America. Troppi di noi ora tendono ad adorare il consumismo e non si preoccupano delle conseguenze delle loro azioni. L’identità umana non è più definita da ciò che si fa, ma da ciò che si possiede. Ma abbiamo scoperto che possedere e consumare cose non soddisfa...»
Questo è un estratto del discorso fatto dal presidente Jimmy Carter quarantacinque anni fa. È ricordato come il "discorso sul malessere."
Però, tante persone pensano di vivere nel migliore dei mondi, nella SOCIETÀ DEL BENESSERE. A chi pensa di vivere nel migliore dei mondi, non mancano gli argomenti: siamo all'avanguardia in campo scientifico e tecnologico. La conoscenza dell'universo e del corpo umano, il progresso nei trasporti, l'evoluzione dei materiali ha trasformato le nostre vite e aperto le porte a nuovi mondi. La scienza medica è all'avanguardia, abbiamo ottimi ospedali, una buona previdenza sociale, siamo lontani dalle guerre, [Fino a tre mesi fa] dalla malattia [un po' meno da un paio d'anni], dalla fame e dalla sofferenza fisica. Dall'alienazione e da una quotidianità priva di vita vera, di piacevoli emozioni, NO.
La nostra vita è sempre più fredda, illusoria, legata mani e piedi al virtuale, poco adatta a noi umani che ci siamo evoluti nelle savane e nelle foreste, dove abbiamo elaborato una vita sociale che non ha niente a in comune col virtuale. Era il 1979 quando Carter fece il discorso sul malessere. Nei quarant’anni che sono seguiti, scienziati, sociologi, filosofi ci rendono conto dei pericoli cui stiamo andando incontro. Voci autorevoli e inascoltate. Questo aumenta il rammarico per quello che si sarebbe potuto fare e che non è stato fatto. Così siamo arrivati a vivere nell’era dove ogni cosa è un marchio, ogni cosa è superflua, ma anche necessaria.
BENESSERE SIGNIFICA : STATO ARMONICO DI SALUTE, DI FORZE FISICHE E SPIRITUALI.
Mai come oggi si fa ricorso a antidepressivi, tranquillanti e droghe di ogni tipo: alcol, eroina, anfetamina, cocaina, allucinogeni, marijuana. I ragazzi mangiano, mangiano, tutto il giorno, ingrassano come dei porcellini e fanno fatica a tenere il culo nei pantaloni, oppure fanno l'opposto mangiano e vomitano per non ingrassare, dimagriscono fino a sfiorare la morte e vanno in cliniche per imparare a mangiare. Si studiano robot che ci fanno tutto, anche le cose più semplici. Alexa accendi lo stereo. Alexa metti il "mi piace" al post di Marianna. L'unica cosa che servirà in futuro sarà la funzionalità del dito indice e la bocca per parlare. Alexa portami un cioccolatino, Alexa portami al bagno, mi scappa. Inventeranno Alexe di tutti i tipi, quella che ti pulisce i denti, quella che ti pettina, quella che ti fa il bagnetto, anche quella che ti pulisce il culo. Perche? Perché non siamo felici e colmiamo i vuoti affettivi con psicofarmaci, droghe, hamburger, grosse macchine e capi all'ultima moda. E se per caso qualcuno trova la soluzione al malessere: «Hei voi che state male ci sarebbe un modo per migliorare...» «NO!» Non ti fanno neanche finire la frase: «Grazie ci teniamo la nostra infelicità. Abbiamo il frigo pieno, due microonde, stereo e televisione. Chiudiamo tutto e mettiamo il catenaccio, così ci possiamo godere la nostra rassicurante infelicità.»
Come ho già scritto, filosofi, sociologi, pensatori ci mettono in guardia sui pericoli. Sappiamo che i social non sono la soluzione alla solitudine, sappiamo che questo benessere materiale è una grande illusione. Ma ci crediamo lo stesso. Ci facciamo indottrinare dalla pubblicità delle multinazionali che devono vendere quello che viene prodotto. Sappiamo tutto, conosciamo benissimo i mali del nostro tempo, ma siamo incapaci di mettere in pratica una soluzione. Potrebbe essere accontentarci di meno vivere parcamente, decrescere un po'. Vivere come 50 anni fa già andrebbe bene, ma guai a pronunciare la parola decrescita, subito suonano i campanelli d'allarme. I politici sono tutti con la campanella in mano, appena sentono qualche parola di buon senso si fingono esperti e dicono la loro sciocchezza quotidiana. Ad esempio: «ma chi è mai stato felice di decrescere? Ci vuole la crescita.»
Non sono in grado di capire il prezzo che si paga, o più probabilmente, i sondaggi elettorali li inducono a chiedere la crescita. Come se non ce ne fosse già abbastanza. Ma perché dobbiamo far diventare il mondo una puzzolente discarica per aver un aspirapolvere col turbo? La nostra società vive di accumulo quantitativo. Mia nonna usava la scopa e non si è mai lamentata. Era felice nella sua casa col gabinetto nel cortile. Aveva amore da dare a nove figli e questo le bastava e bastava anche ai figli. Non pensavano alle cose da avere per stare bene. Se volevano divertirsi inventavano dei giochi da fare per strada. [Anche ai tempi miei, a dir la verità]
I giovani attivisti contro i cambiamenti climatici, sono gretini, perché la più famosa è Greta. Ma quella ragazza non ha mai detto una sola sciocchezza sul surriscaldamento globale.
PARLARE DI BENESSERE OCCIDENTALE È PARLARE DI CAPITALISMO, ANCHE IN CINA
Dopo la fine del comunismo, è l'unico assetto sociale rimasto in piedi. È in declino, forse è già al crepuscolo, nessuno può dirlo con certezza. La maggioranza delle persone non lo apprezza, ma, anche se non piace, lo dobbiamo tenere, non ci sono alternative al capitalismo. Non sappiamo che piega prenderà in futuro, però sappiamo dove ci porterà. Nel surriscaldamento del pianeta.
Inutile aspettare proposte decenti dai politici, pensano solo ad acchiappare voti. Avete mai sentito un leader politico parlare di cambiamenti climatici di sua iniziativa? Solo se un giornalista fa la domanda. MA I CAMBIAMENTI CLIMATICI sono il PROBLEMA degli anni a venire, però i politici preferiscono discorrere di immigrati e di crescita. Non ci capiscono niente e vorrebbero la crescita infinita. Non sanno che crescere implica tante altre cose, quasi sempre negative. Sicuramente la crescita non può essere infinita. I limiti fisici che il nostro pianeta ci impone non possono essere superati. Sulla terra non ci sono risorse infinite, quindi, si devono porre limiti alla crescita. Volenti o nolenti. Se non lo facciamo noi, tra pochi decenni ci penserà la natura a fermare la crescita. E non si limiterà a questo. Non credo nemmeno alla decrescita felice, penso che sarà dolorosa, drammatica per i giovani. Anche provando ad immaginare che ci sia qualche politico dotato di cervello e buone intenzioni, non potrebbe fare niente per cambiare, rendere migliore il capitalismo. Si va troppo veloci e la politica decide in base a criteri finanziari. Il capitalismo non è un "ideologia" è un sistema economico. Non ha un etica, ma incide profondamente su ogni aspetto della nostra vita. Porta solitudine, disturbi mentali, infelicità. Un sistema non può cambiare la propria natura, [il suo scopo è: avere un compenso per il capitale investito] quindi, non potrà mai avere una morale e salvaguardare i beni naturali e tutelare i deboli. Sarà sempre ingiusto, insensibile, crudele.
Se vai al supermercato con l'intenzione di comprare un po' di pane e una saponetta, esci con due buste piene di cose inutili. Buttiamo via un mare di alimenti, compriamo lavatrici, ferri da stiro, asciugacapelli, microonde, frullatori e macchine per fare il pane. Elettrodomestici che ci tengono compagnia. Mentre li usiamo, danno uno scopo alle ore che passano, ci fanno sentire meno soli. Il desiderio di cose, sostituisce il desiderio di persone. Siamo sempre più individualisti e sempre più, nel mondo intero, desideriamo la stessa cosa: avere più soldi. Se ci limitassimo a considerare i soldi come mezzo per comprare quello che serve per vivere, non sarebbe un male. I soldi non sono "il male", è l'importanza che gli diamo che non va bene: il denaro è diventato una nuova forma di culto. Soldi e immagine sono il mezzo con cui si giudica tutto. Sono fondamentali anche nella costruzione dell'identità. Mostrare un Rolex al polso ti dà un identità, vale lo stesso per le automobili i vestiti, le scarpe e le borsette firmate.
L'esportazione del modello di vita occidentale, ha funzionato bene. Adesso il pianeta è un enorme mercato. Un mercato dove l'importante è vendere, consumare e fare profitto. Nient'altro. Non ci sono esseri umani con sentimenti e bisogni, ci sono consumatori, produttori e venditori. La finanza non ha bisogno d'altro. La conseguenza è l'inesorabile declino di tutti i valori e la solitudine come condizione di vita sempre più diffusa. Anche se è camuffata dai cosiddetti social.
Soprattutto in occidente, dopo gli anni sessanta, abbiamo dato sempre maggiore importanza ai beni accessori, voluttuari, per intenderci, quelle cose che non servono a nulla. Siamo anche la società dell’ostentazione del lusso. Alla televisione, alla radio, in internet, per strada, sui giornali, subiamo tutti i giorni una pubblicità prepotente, asfissiante, scassapalle, non ci facciamo più neanche caso, ma questo martellamento quotidiano, forma in noi i "bisogni indotti". Sono quei desideri che non percepiamo volontariamente, ma ci persuadono un po' alla volta, giorno dopo giorno. La pubblicità, la moda e la cultura dominante, inducono anche bisogni di vita. La prova è che moltissimi di noi vogliono essere belli, dinamici, abbronzati, con bei tatuaggi, in perfetta forma. Diversi dal modello di vita di pochi decenni fa. Molto simili a come ci desiderano le multinazionali.