Girls With Muscles

Penso che oggi, anno 2017 (quasi 2018) sia arrivato il momento di compiere un atto di coraggio grammaticale e di aggiornare in maniera decisa e senza giri di parole il significato della parola 'violenza' sulle pagine dei nostri dizionari.

Voglio dire, sembra assurdo, eppure è praticamente doveroso secondo me esprimere in maniera decisa il proprio pensiero relativamente le vicende di cronaca e la discussione che segue in particolare, quelle che sono state le dichiarazioni di denuncia espresse negli ultimi giorni dalla attrice e regista Asia Argento.

Una delle critiche generali che si fa all'utilizzo dei social, perché non possiamo non parlare dei social al giorno d'oggi relativamente una questione così discussa, è che su questi ciascuno si senta in diritto di dire la sua su qualsiasi argomento più o meno rilevante e anche dove manchino quelle che si pretende dovrebbero essere referenze e/o requisiti di natura tecnica. Come dire (faccio l'esempio più banale) che puoi parlare di calcio solo se sei un allenatore. Una osservazione cui rispondo sempre con quello che diceva il compianto giornalista sportivo Franco Rossi, cioè che nella storia del calcio solo un commissario tecnico ha vinto due volte il campionato del mondo e questi, cioè l'italiano Vittorio Pozzo, di mestiere non era proprio un allenatore ma faceva effettivamente il giornalista.

È evidente di conseguenza che, perché no, tutti siamo in qualche maniera chiamati sempre, a prescindere dai social network, a farci ed esprimere una nostra opinione. Questo perché siamo delle persone che vivono all'interno di una società e operiamo all'interno di questa come soggetti attivi: non siamo semplicemente una specie di platea.

Del resto è altresì indubbio che poi sul web vi si possano trovare centinaia, migliaia, milioni, miliardi di puttanate, così come gran parte dei commenti possano essere l'espressione di una cultura bassa e volgare.

In questi casi, relativamente questo tipo di comportamento e di espressione 'volgare', il dibattito è in qualche maniera attuale dopo le denunce e le prese di posizione secondo me giustificate del presidente della camera dei deputati Laura Boldrini negli ultimi mesi.

Solo che se continuiamo a parlare di 'maschilismo' e continuiamo a utilizzare queste virgolette invisibili, continuiamo e continueremo ad essere fuori strada.

Commenti come quelli che abbiamo letto e che stiamo leggendo in questi giorni (espressi peraltro in alcuni casi in prima pagina su delle testate giornalistiche nazionali) relativamente la denuncia coraggiosa di Asia Argento, oggetto di molestie sessuali (come altre sue colleghe) quando era ancora giovanissima (21 anni) da parte di uno dei pezzi grossi di Hollywood, Mr Harvey Weinstein, devono essere secondo me definiti per quello che sono veramente: atti di violenza.

Non esiste maschilismo senza commettere violenza: questo deve diventare un punto chiaro e comune, qualche cosa di condiviso in maniera universale.

Perché molte persone vogliono intendere maschilismo e femminismo come qualche cosa che abbia a che fare con la 'lotta dei sessi': quelle discussioni del cazzo secondo le quali non esisterebbero più gli uomini e le donne di una volta. Che si sarebbero invertiti i ruoli. Bla bla bla...

Tutta roba di cui definitivamente non ci importa un cazzo.

Nella specie qui invece stiamo parlando di comportamenti che hanno a che fare con la violenza materiale oppure verbale nei confronti di un soggetto storicamente (specifico storicamente perché questa sua debolezza è storicamente stata voluta e forzata e non perché costituisca qualche cosa di intriseco sul piano naturale) più debole.

Nella specie: la donna.

Asia Argento è stata accusata di avere acconsentito ad andare a letto con quest'uomo per fare carriera.

A parte il fatto che non possiamo conoscere tutte le circostanze del caso: possiamo al limite dall'alto di una presunta superiorità morale, chi è senza peccato scagli la prima pietra, dire forse che lei abbia sbagliato e non sia stata abbastanza forte. Ma è questa forse una giustifica a un atto di violenza sessuale?

Ricordo la specifica che parliamo di una ragazza di 21 anni. Che significa sicuramente che all'epoca Asia Argento fosse maggiorenne, ma che non toglie quello che abbia potuto costituire un complesso di inferiorità sul piano psicologico nei confronti di un uomo grande e grosso e soprattutto molto potente.

A parte questo: quante donne tutti i giorni e a tutti i livelli della nostra società sono costrette a rapporti sessuali oppure molestie.

Mi riferisco a violenze di tipo quotidiano: quelle che succedono in famiglia tra marito e moglie oppure tra padre e figlia.

L'orco non è necessariamente uno Jack lo squartatore che violenta e poi fa a pezzi le proprie vittime.

Così sarebbe troppo facile: ci semplificherebbe di molto tutte le cose, riconducendo ogni caso a un ideale mondo delle favole.

Al contrario c'è una violenza silenziosa che costituisce parte del tessuto culturale della società occidentale e di quella italiana e che evidentemente non si vuole affrontare perché significherebbe metterci tutti quanti, uomini e donne, veramente in discussione. E noi questo passo in avanti non lo vogliamo proprio fare. Salvo poi lamentarci che la nostra società è una merda e magari perché siamo o ci sentiamo soli e incompresi.

Badate bene: ho parlato di società occidentale perché questa costituisce quel contesto in cui di sono svolti e si svolgono i fatti e in cui noi viviamo. Molto probabilmente, ci sono testimonianze in questo senso ma non è il caso di ampliare la vicenda e di distaccarci da quello che ci riguarda direttamente, ci sono altre realtà dove le cose funzionano in una maniera ancora peggiore e in questo caso come altri, la religione è solo un pretesto.

Asia Argento è stata ed è una donna coraggiosa.

Chi la accusa di essere ipocrita oppure di stare esagerando è per quanto mi riguarda responsabile diretto di un atto di violenza nei suoi confronti come nei confronti di tante altre donne vittime di abusi e di violenze.

Dite che questa questione non va discussa, non va dibattuta sui social? E dove altrimenti?

Voglio lodare la giovane, bella e brava giornalista Giulia Blasi (ricordo di avere avuto un confronto diretto con lei via Facebook nel caso delle due ragazze americane abusate dai due carabinieri a Firenze) per l'iniziativa con cui ha voluto coinvolgere proprio sui social tante altre donne, invitandole a uscire allo scoperto e raccontare senza vergogna le loro piccole oppure grandi storie.

Quello che è successo ad Asia Argento dite che non è il massimo degli orrori possibili? Sapete cosa vi dico? Può darsi. Può darsi che abbiate ragione.

Ma davanti a una società così barbara e primitiva, il suo coraggio - bisogna avere le spalle larghe a essere nel mirino dei media e dell'opinione pubblica così come è lei in questo momento - e questa storia diventano qualche cosa che va oltre l'evento in sé e con tutto il rispetto possibile per Asia, lo rende allo stesso tempo un manifesto e una occasione per tutti quanti noi di imparare qualche cosa e comunque per non stare zitti anche se non siamo stati noi le vittime e dire chiaramente che questo è sbagliato. Che chi la sta insultando è un criminale tanto quanto Harvey Weinstein, è complice, oppure forse è anche peggio di lui.

E poiché io sono convinto, voglio credere che chi la pensi così, che chi ritenga che il maschilismo sia definitivamente, come si vuole da quando è stato cominciato a essere utilizzato il termine in senso specifico con le prime rivendicazioni del sesso femminile, una forma di violenza, vi dico che come Asia Argento e tutte a queste donne coraggiose come e più di lei che denunciano, che hanno denunciato quello che hanno dovuto sopportare, anche noi non dobbiamo restare zitti. Viviamo nella stessa società e questa è costituita da tutte le nostre individualità messe assieme.

Il 'collante' che ci tiene tutti uniti è la parola: quando questa viene meno allora regna il silenzio e proliferano inciviltà e barbarie.


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