Amicum certum in re incerta cernimus

Ho fatto il conto: calcolando la media aritmetica dei derango dei 4 precedenti editoriali ho una votazione di -5,56.

Più o meno quello che mi aspettavo.

Perché la gente forse non ha voglia di ascoltare certi discorsi su certi argomenti; probabilmente perché si richiede la difficile arte di andare oltre il semplice discorso preconfezionato.

O forse proprio perché non gli interessa veramente.

O forse perché la gente ha le idee chiare e le esprime.

Non so. Tutto è possibile.

Ma so che qui su debaser ho trovato (finora!) un ambiente accogliente, dove ti trollano magari anche ma nei limti della decenza e della cortesia. Finora, almeno.

Ne parlavo oggi a pranzo davanti ad un enorme piatto di ottima frittura mista col debaseriano che mi ha spinto a passare da queste parti, dopo che per 8 anni avevo gestito un blog tradizionale.

Certo ancora non ho sbirciato in molti profili, forse perché la maggior parte di voi si interessa solo di musica, e per di più di quella che io ho dichiarato non essere nelle mie corde (sono eufemistico... ); però convengo coll'aficionado di cui sopra che molti di voi scrivono veramente bene, al di là dell'argomento trattato. E vi posso assicurare, vista la mia precedente esperienza di blogger, che non è scontato oggi come oggi trovare qualcuno che sia veramente capace di una corretta consecutio temporum o di un'ortografia precisa.

Su questo convengo con l'innominato (che se vorrà, dopo aver digerito totani, gamberi, sacher e caffé, potrà palesarsi), a cui mi lega un'amicizia nata nel rumore di commissionatori e transpallet elettrici e a mano e tra i fumi dei gas di scarico di un magazzino multiribalta.

Non ci accomunano, oggettivamente, molte cose, ma in quelle di cui discorriamo spesso riusciamo ad essere quasi sempre in disaccordo: politica, tifo calcistico, musica, religione (non parlo di fede, su quello non posso entare nella sua anima... ). Forse solo la lettura è un campo comune e un autore in particolare ha cementato la nostra amicizia, prima che diventassimo deamici qui: naturalmente Philip Dick (vi spiegate adesso perché mi chiamo Thors Provoni e vengo da Frolix 8?).

Lo scoprimmo molti anni fa quando io (che ancora non lo conoscevo) glielo segnalai in un'antologia di fantascienza della mitica collana Urania e da allora, spalleggiadoci, abbiamo letto un bel po' di libri dickiani. E anche in questo abbiamo qualcosa in comune: nessuno dei due è riuscito a leggere per intero la Trilogia di Valis; per me è troppo oltre le mie facoltà, per quanto ami Dick!

Ma allora cosa ci lega (a parte Dick) se poi sul resto riusciamo a non far collimare gli interessi?

C'ho pensato.

È il rispetto. Sapere che se l'altro dice qualcosa è perché lo pensa veramente e l'ha maturato sinceramente e onestamente.

E questo rispetto ci permette di prenderci in giro quotidianamente attraverso questo e altri social.

Ho accettato con gioia alcune sue scelte 'familiari' che ho incoraggiato per quanto ho potuto e ho cercato di vivere vicino a lui (anche se abitiamo a 70 km di distanza) un periodo di sua grande difficoltà fisica personale.

Vi starete dicendo: ma che piffero ci frega a noi delle tue paturnie amicali e intime?

Niente. Ma penso che ognuno di voi si sia chiesto, anche una volta sola, anche quasi inconsciamente, perché è amico di uno e non dell'altro; se l'amicizia si basa su una comunanza di hobby e/o di 'cosa da fare' o piuttosto su qualcosa che va al di là del tangibile (e non parlo di spiritualità).

Non so. Forse anche voi avete voglia di raccontare qualcosa.

Altrimenti mettete un brut qui sotto; tanto la media aritmetica del mio derango è già ampiamente compromessa.

Nano Nano!


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