L’uomo che cammina su pezzi di policarbonato ottenuti da acido carbonico
Vi capita mai di ascoltare per caso dei vecchi dischi che quando eravate ragazzi per voi significavano tutto e di trovarli adesso invece sgradevoli, privi di contenuti. Praticamente inutili.
A me succede.
Non mi succede spesso perché be' seleziono sempre personalmente quello che ascolto: non mi capita molto spesso di stare in giro ultimamente e se sono in ufficio oppure a casa, decido io che cosa voglio ascoltare.
Per lo più cambio spesso: mi piace ascoltare continuamente cose nuove.
Ma chiaramente come tutti ho le mie preferenze, dischi che ascolto periodicamente e dischi nuovi che magari mi prendono in modo particolare e ascolto per giorni e giorni. Ma in generale mi piace cambiare, anche perché penso che ci sono così tante cose che mi piace provare ad ascoltarle tutte.
Ho avuto una discussione nel merito con mio fratello, anche lui un discreto appassionato di musica (passione che gli ho trasmesso io me medesimo) e tecnico del suono: secondo lui ogni disco (oddio proprio tutti no) meriterebbe di essere ascoltato molte volte per poterne cogliere ogni aspetto.
Va detto che lui è un perfezionista: a differenza di me, che sono evidentemente una testa di cazzo, i miei due fratelli, sono tutti e due più piccoli di me, sono due ragazzi veramente molto precisi e devo dire anche molto in gamba. Secondo alcuni dovrei essere geloso, ma non è così, sono contento: se posso avere contribuito in questo anche in minima parte, vuol dire che forse ho fatto qualche cosa di buono.
Però io penso che ascoltare molti dischi oppure ascoltare molte volte lo stesso disco in fondo sia la stessa cosa: c'è comunque un percorso di ricerca di qualche cosa e questo in fondo pure a livello tecnico e di sfumature nei suoni. Formi comunque una tua cultura musicale e un tuo 'orecchio' anche se passi da un disco all'altro senza soffermarti troppo a lungo su un lavoro in una maniera quasi enciclopedica.
Comunque la domanda è: come vi relazionate con il vostro passato di ascoltatori?
Chiariamoci: io non sto parlando neppure di cose che potrebbero essere deplorevoli come avere ascoltato Ambra Angiolini oppure non lo so Jovanotti. Sto parlando di ascolti degli anni delle superiori come possono essere stati (nel mio caso): i Radiohead, i Cure, i Pearl Jam...
I Radiohead in particolare sono stati a lungo la mia band preferita. Per me significavano veramente molto e ricordo che la prima trasferta on the road importante per vedere un concerto fuori Napoli l'ho fatta proprio per loro: ho considerato quella giornata per molto tempo come la giornata più bella della mia vita.
Com'è possibile che oggi, ascoltandoli, io non provi proprio nulla? Praticamente niente. Se non addirittura noia. Indifferenza totale.
Ho pensato che sia una questione anagrafica e per questo ho variamente definito i Radiohead come una band 'adolescenziale': effettivamente - ma questo è solo un mio pensiero e come tale discutibile - sono una band secondo me diciamo 'colta', ma i cui contenuti sono per lo più malinconici e adatti a un certo mood che può essere tipico diciamo di un ragazzo contro e molto solo e io ero esattamente così.
Forse sono ancora oggi così in qualche modo, solo che non sono più un ragazzo, ma sono invecchiato e oggi sono un uomo solo e invece che essere contro tutto e tutti, quando sei solo, finisci con essere contro te stesso e penso che comunque essere così non sia qualche cosa di positivo. Vedo quindi forse qualche contenuto negativo all'interno delle canzoni dei Radiohead? Non credo. Mi sembrerebbe quasi di entrare nel merito di una di quelle polemiche di qualche anno fa sulla musica di Marylin Manson oppure di Eminem e che dicevano che portava i ragazzi sulla cattiva strada. Cazzate.
Semplicemente quelle canzoni non mi dicono più niente: non riesco proprio a trovarci dentro nessun significato e non mi commuovono facendomi pensare a quando ero ragazzo, forse perché se mi guardo indietro, non trovo nessuna ragione valida per commuovermi ripensando a quegli anni. Sono stati anni del cazzo e basta. Mi va bene che sono passati. Non provo nessuna nostalgia.
Così considero questo mio cambiamento come una mia crescita personale e che non è solo una crescita come ascoltatore, ma proprio come individuo. Significa tuttavia che questi gruppi allora siano effettivamente adolescenziali come sostenevo poc'anzi? Significa forse che sono stati per me adolescenziali? La risposta è difficile da dare in assoluto. Perché per quanto mi riguarda sono tentato da dire che sì, che si tratta di musica da ragazzini, ma ci sono un sacco di persone che hanno la mia età o che sono anche più grandi di me che li ascoltano e voglio dire, allora questa mia dichiarazione mi sembrerebbe in qualche maniera presuntuosa.
Soprattutto mi domando anche: ho forse rinnegato me stesso? Sto forse rinnegando me stesso in una maniera strumentale per qualche ragione alla mia attuale situazione mentale in questa precisa fase della mia esistenza?
Forse semplicemente ciascuno ha una sua strada da percorrere e lungo questo cammino ogni cosa assume un significato diverso, come quando guardiamo un quadro oppure leggiamo una poesia e ognuno dà una interpretrazione diversa. Io ho interpretrato l'ascolto di determinati dischi e la mia vita in un determinato modo e ho scelto di non restare sepolto sotto un cumulo di quelli che evidentemente considero solo come dei vecchi dischi del passato. Cammino su dei cd fatti a pezzi come l'uomo sui pezzi di vetro di Francesco De Gregori. Voi fate come vi pare.