• avatar
  • avatar
  • avatar
  • avatar
  • avatar
  • avatar
  • avatar
  • avatar
  • avatar
  • avatar
  • +22

Aggiungetemi!
@[NAB(m-l)] Ben fatto!
Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di vedere da una parte poca gente che aveva tanto e dall'altra tanta gente che aveva niente.
Qualcuno era comunista perchè Piazza Fontana, Piazza della Loggia, la Stazione di Bologna, l'Italicus, Ustica etc. etc.
G.Gaber
Un mio amico, assistente di storia all'università, mentre interrogava uno sprovveduto si è sentito rispondere che l'11 settembre 1973 sono caduti sia Salvador Allende che le Torri Gemelle (magari se gli avessi detto che compie gli anni pure mia zia lo diceva che pure il suo compleanno cadeva quel giorno): Al di là delle risate, questo aneddoto, mi dà molto da pensare sul tempo e sulla sua relatività, anche nel nostro modo di costruirci una visione coerente del mondo: se non fosse un proposito, ma fosse già vero quel che si dice ogni volta, ogni anno, per un'altra data: 25 Aprile SEMPRE? La lotta per la nostra liberazione, poco ma sicuro, non si è conclusa quel giorno del '45 e si è andati avanti per quanto ancora fortunatamente si festeggi. Oggi, 12 dicembre, da festeggiare non c'è nulla, ma non ci si può non riflettere.
Se commemorarlo fosse solamente un tentativo di far passare gli stati mentali, emotivi e sociali di allora non riusciremmo a far rivivere nemmeno metà di quel vissuto ogni volta che ricordiamo la Strage, simbolo di tutte le altre. La mia e, credo quella di molti, nel ricordare, non è la volontà di creare coscienza, istruire chi non conosce, plasmare persone civili con il rispetto per la democrazia borghese e per le sue leggi, pacifisti in tempo di massacri, peraltro mai finiti. Ogni volta che qualcuno ricorda Piazza Fontana, Piazza della Loggia, la Stazione di Bologna, Reggio Emilia, Reggio Calabria etc...per quanto i liberali e democratici, anche capi di stato e presidenti cerchino di giocarla sporca, mostrandosi dalla parte delle vittime, esattamente come allora, riafferma volente o nolente un'altra verità: un conto non ancora chiuso, al di là di ogni iter giudiziario, al di là di ogni possibile condanna. Perché la Storia non si è mai chiusa, non si chiude e mai si chiuderà coi processi. Non si può chiudere un capitolo i cui protagonisti non hanno fatto altro che passare le loro disgrazie umane o le loro malefatte ai loro figli, come in un buon romanzo familiare che si rispetti. Quei morti non sono vittime di un carnefice, ma caduti nella lotta per la liberazione umana, per quanto alcuni di loro fossero inconsapevoli di starla conducendo. Non a caso altre stragi e soprattutto altre lotte si sono poi profilate all'orizzonte e sicuramente si ripresenteranno e i motivi saranno in fondo sempre gli stessi, per quanto ci si possa ammantare di post-modernità o di altre mode del momento.
Il 12 dicembre ricorda ogni anno che lo Stato NON siamo noi da sempre. E che da sempre, ognuno di noi è in lotta innanzitutto per la propria vita, non solo per viverla, ma per riaverla nelle proprie mani insieme agli altri.
Germano Nicolini (comandante Diavolo) 26 novembre 1919 – 24 ottobre 2020
Addio Comandante.
Pillole della NOSTRA Storia (13)

"Io, tutto; il resto, nulla: ecco il dispotismo, l'aristocrazia e i loro sostenitori.
Io, è un altro; un altro, sono io: ecco il regime popolare e i suoi sostenitori.
Dopo di che sta a voi decidere"

Nicholas de Chamfort
Pillole della NOSTRA Storia (12)

"Questa mattina la Sava si versa nel Danubio. Il Danubio nel Mar Nero. Il Mar Nero nel Mediterraneo. Il Mediterraneo nell'Oceano Atlantico e tu ancora non sai cosa fare di te stesso."

Dusko Radovic

(poeta, scrittore, autore di programmi radio-televisivi jugoslavi, tra cui "Beograde, dobro jutro!" - Buongiorno, Belgrado! - durante il quale, ogni mattino, salutava il proletariato con i suoi aforismi)
TROPPO TEMPO

Da troppo tempo la discussione latita su questi lidi del Comindeb. Come diceva il Grande Timoniere con parole più alte delle mie, i reazionari hanno interesse a propagandare ideologie, religioni o stronzate idealistiche per mantenerci nell'ignoranza e nella fede di una realtà fissa e immutabile, che fosse dentro al mondo o al di fuori di esso. E così tra chi pensa alla Scienza come un dogma capace di spiegare tutto e di migliorare la nostra vita di per se stessa e tra chi decide di saltare sulla ruota tanto di moda del cazzo di Samsara o di qualche altro credo del cazzo, in questi tempi di crisi Noi ci troviamo in minoranza. Ma queste crisi degli ultimi, il nostro arrancare, questo ridicolo quasi-nulla di un virus che paralizza il nostro sistema e anche i nostri nervi quando addirittura non abbatte alcuni di noi ci dimostra che abbiano sempre avuto ragione. Magra consolazione in certi momenti come questo. Il 25 Aprile di per se stesso, nella sua natura, anche lui è dialettico e contraddittorio. Divide la società e unisce i cuori di molti che magari nemmeno tra loro però sono d'accordo. Perché in questa data c'è la rabbia di molti per ciò che si vive in questo mondo di merda, ma si rivive anche la gioia di una libertà non più condizionata per un ISTANTE dall'oppressione di qualcuno o qualcosa. È il movimento forse l'unica nostra fede. Il movimento di questa unica e sfaccettata materia che attraverso se stessa ci fa apparire le forme dello spazio e del tempo che ormai modifichiamo e arrucchiamo con le nostre mani in un continuo susseguirsi di messa in pratica e di ritorno alla teoria. Non credo nel progresso come non credo nel tempo ciclico, ma sappiamo che tutti che fanculo Dio, qualsiasi cosa essa sia, la nostra libertà sta nelle nostre mani e anche una volta conquistata non ci si potrà fermare in un socialismo mondiale. Niente resterà mai fermo, nemmeno la Nostra Utopia, se mai la realizzeremo. Buon 25 Aprile a tutti. io ero sandokan
Slingshot Hip Hop (part 1/6)
Le oppressioni, l'emarginazione, le ingiustizie sociali conformano e rendono simili nella lotta di classe popoli culturalmente diversi. Quello che è stato per i neri dei ghetti d'america il veicolo di dissenso e rottura dagli schemi e dalle gabbie mentali di una società razzista e xenofoba è, nel nuovo millennio, lo stesso veicolo adottato dal popolo palestinese: il Rap. La regista arabo-americana Jackie Reem Salloum nel 2008 ha prodotto un documentario sulla scena hip hop palestinese dal titolo “Slingshot Hip Hop”, dove emerge chiaramente la consapevolezza che questa nuova e potente arma, caricata col potere delle parole, sia un mezzo straordinario per rispondere alle forme d'oppressione fascio-israeliane e per affermare la propria identità palestinese. Qui postata la prima di sei parti del docu-film.
Accogliamo con colpevole ritardo (ovuto allo sfruttamento della nostra forza lavoro da parte del Capitale) il compagno @[JonatanCoe] . Wilkommen de-socialisti. Балет тв ГДР.Фридрихштадтпалас.1977 Friedrichstadtpalast tv DDR
Pillole della NOSTRA (?!) Storia (11)

"La GIUSTIZIA di Dio è una sorta di COMUNANZA CON UGUAGLIANZA. Il cielo, esteso ugualmente da ogni parte, abbraccia in giro tutta la terra. La notte manifesta allo stesso modo tutte le stelle; e il sole, principio del giorno e padre della luce, Dio lo ha effuso dall'alto sulla terra, uguale per tutti quelli che lo possono vedere (e questi lo guardano tutti allo stesso modo): poiché Egli non distingue ricco o povero o capopopolo, stolti o assennati, maschi o femmine, liberi o schiavi. Nemmeno in rapporto agli esseri irrazionali opera contro questa norma: anzi a tutti gli animali ha effuso, uguale e comune, il sole, e con ciò rende salda la giustizia per buoni e cattivi, poiché nessuno può avere di più o sottrarre al vicino, per raddoppiare la propria parte di luce impossessandosi anche della sua. Il sole fa sorgere comune nutrimento a tutti gli animali, essendo con ciò distribuita in misura uguale a tutti la sua comune giustizia...Viceversa, le leggi nostre, INCAPACI DI PUNIRE L'IGNORANZA DEGLI UOMINI, insegnarono a trasgredirle: infatti il loro particolarismo ha frantumato la comunanza della legge divina e la corrode... (Dio) in comune per tutti creò le viti, che non sono protette contro passeri né ladri; così il grano così gli altri frutti. Ma LA MESSA AL BANDO della comunanza e dei criteri di uguaglianza PRODUSSE IL LADRO di pecore e di frutti."

Da "Sulla Giustizia", opera del II secolo d.C. scritta della setta eretica dei Carpocraziani (a quanto pare, tolto Dio, Compagni ante litteram). Il frammento è riportato da Clemente Alessandrino, padre della chiesa, nei suoi Stromati.

@[macaco]
Venezuela Oggi: quando anche un anarchico non può che gridare "GULAG!" Theatre of Hate - Rebel Without a Brain
visto che finalmente l'avete mandato in Siberia dedicagliomi una canzone popolare.

Dina Vierny Vaninskiy port (Ванинский порт)

KOLYMA (IL PORTO DI VALINO)

Mi ricordo il porto di Valino,
E la vista del triste battello
mentre salivamo per la passerella
a bordo, nelle sinistre e fredde stive

La nebbia si stendeva sul mare
urlavano le onde
sulla strada di Magadan
Capitale della regione della Kolyma.

Non una canzone, ma solo un lamento
da ogni petto si levava
Addio per sempre, continente
Soffiava il vecchio piroscafo scassato.

Per il beccheggio, gemevano gli internati
Abbracciati come parenti, come fratelli
E solo, a volte dalle labbra
scappava una sorda maledizione

O Kolyma tu sia maledetta
Che sei detta pianeta meraviglioso
Qui per forza tutti impazziremo
E il ritorno di certo non c'è.

Cinquecento chilometri di taiga,
gli uomini barcollano come ombre
Le automobili non arrivano quaggiù
solo le alci si imbattono da queste parti.

Qui la morte è amica dello scorbuto
gli ambulatori sono già pieni
Invano in questa primavera
attendo la risposta della mia amata

Lo so che ormai non mi aspetti
E che non leggi le mie lettere
Non verrai mai a cercarmi
e se mi incontrassi, non mi riconosceresti.

Addio, madre e sposa,
e addio, miei cari figli
Sappiate che su questa terra
ho dovuto bere l'amaro calice fino in fondo. Canzoni contro la guerra - Я помню тот Ванинский порт
Ingrandisci questa immagine cambiamo immagine del gruppo? Diaframma: Siberia
Per capire dove stanno i problemi e dove sta il nemico, basterebbe individuare ciò che la pilotata "opinione pubblica" non cita mai come un problema o un nemico, nemmeno per sbaglio. STATO E PADRONI - Inno di Potere Operaio
Diamo il nostro benvenuto al compagno @[kloo] Dopo anni questo è ancora l'unico gruppo che si arricchisce di nuovi elementi. La luce di Verità del Materialismo Dialettico è troppo forte per non esserne sedotti. Avanti verso il De-Socialismo!
Alla prossima, Claudio. Ora che non ci sei più aspetteremo Godot anche per te, continuando a cantare questa tua canzone, fino alla fine.
"vecchia piccola borghesia
vecchia gente di casa mia
per piccina che tu sia
il vento un giorno
ti spazzerà via"
CLAUDIO LOLLI - BORGHESIA -
Come entrare a gamba tesa e con chiarezza disarmante sui concetti di internazionalismo e nazionalismo (lasciate IN PARTE perdere l'esperienza a cui si fa riferimento. L'analisi è valida al di là del contesto particolare: riflettere soprattutto sulle primissime e ultime righe.):

"Non si diventa comunisti in un giorno. Il nazionalismo è sempre stato un concetto a me estraneo e la variante estremista con cui si palesò in Lituania alla fine degli anni Ottanta per me era inaccettabile. I miei genitori erano contadini, eravamo poveri e se non ci fosse stato il potere sovietico non avrei mai lasciato questa casupola di campagna in cui adesso io e lei stiamo conversando. Avrei fatto il bracciante e avrei vissuto tutta la mia vita qui, vicino alla fotografia dei miei genitori a questa icona che quando sono nato era già appesa qui. Ho potuto studiare, ho visto crescere la Lituania economicamente e culturalmente. La Lituania, come scrisse l'intellettuale Saloméja Néris, era una "corda vibrante" all'interno dell'Unione Sovietica e le cose funzionavano, ma i nazionalisti hanno distrutto tutto e questa non è una malattia soltanto Lituana: ora anche in Russia si grida "la Russia ai russi" proprio come da noi un tempo gridavano "la Lituania ai lituani". Questo non va proprio bene."

(Juozas Kuolelis, ex capo del dipartimento ideologico del Partito Comunista Lituano, intervistato dalla giornalista Galina Sapoznikova, autrice de "La Congiura Lituana", da cui è tratto questo brano)
Compagni carissimi, sperando di fare cosa gradita, vi invio il link del sito internet che sono riuscito a materializzare dopo 7 anni di lavoro e di ricerche: la storia illustrata della "Grande Guerra Patriottica". Non potendola pubblicare su carta stampata per l'altissimo numero di immagini (oltre 9.000), mi sono servito del web con le dovute premesse cautelative. Tutto ciò che dovrei e vorrei raccontarvi è indicato nelle pagine del sito. Se lo stesso avrà fortuna spero di scoprirlo insieme a voi nel tempo. Ecco il link, vovcccp1939-1945
Sono a disposizione per qualunque pertinenza. Do svidanija tovarish!
L'amnistia del 1946

Il 22 giugno 1946 entra in vigore il “Decreto presidenziale di amnistia e indulto per reati comuni, politici e militari” avvenuti durante il periodo dell'occupazione nazifascista. La legge è stata proposta e varata dal ministro di Grazia e Giustizia del primo governo De Gasperi, Palmiro Togliatti, segretario del PCI.

L'amnistia, che prenderà il nome dal suo promulgatore, comprende il condono della pena per reati comuni e politici condannati a un massimo di 5 anni. Nelle intenzioni del legislatore, dunque, reati gravi e gravissimi non sono inclusi nel provvedimento, che tuttavia subirà – in particolare dopo l'estromissione dei comunisti dal governo, nel febbraio 1947 (terzo governo De Gasperi) – un'estensione indiscriminata, anche dovuta alla mancata epurazione della magistratura.

Scopo del decreto era, in un primo momento, quello di giungere quanto prima a una pacificazione nazionale, per evitare che l'epurazione rallentasse ulteriormente la ricostruzione materiale del paese. Con l'amnistia vengono scarcerati migliaia di fascisti, che si sono resi responsabili, anche, di vere e proprie atrocità, tuttavia non considerati tali dai giudici: è il caso, ad esempio, dello stupro di gruppo ai danni di una partigiana, ritenuto dalla magistratura una semplice offesa al pudore e all'onore, e quindi amnistiato.

Il provvedimento di amnistia scatena fin da subito malumori e tensioni, soprattutto nel nord Italia, dove la lotta di Liberazione è stata più duratura, e quindi più intensa, rispetto ad altre parti del paese. Le polemiche provengono soprattutto dall'associazionismo partigiano e dai perseguitati politici antifascisti, che non accettarono di buon grado la scarcerazione dei loro aguzzini, soprattutto se nel contempo restano in carcere partigiani arrestati per azioni compiute durante l'occupazione o subito dopo la liberazione. Anche la base del partito contesta duramente il segretario del PCI.

Fabrizio Tavernelli "Figlia di Guerra" L'amnistia cosiddetta Togliatti sarà seguita da altri provvedimenti, che amplieranno la casistica dei crimini condonabili. Nel 1948 vengono estinti; nel 1953 l'amnistia, accompagnata dall'indulto, è applicata a tutti i reati politici commessi entro il giugno 1948.

(fonte: M. Franzinelli, L'amnistia Togliatti. 22 giugno 1946: colpo di spugna sui crimini fascisti, Milano, Mondadori, 2006)
"E invece sono ancora tutti là
con i sorrisi smaglianti,
sono là i figli e i nipoti
vincenti e arroganti."
"Che un pelato appeso a testa in giù
poteva bastarci.
Caro Valerio,
non dovevamo fermarci." "E invece sono ancora tutti là
con i sorrisi smaglianti,
sono là i figli e i nipoti
vincenti e arroganti."
"Che un pelato appeso a testa in giù
poteva bastarci. giorgio canali, Lettera del compagno Lazlo al colonnello Valerio' href='giorgio canali, Lettera del compagno Lazlo al colonnello Valerio'>giorgio canali, Lettera del compagno Lazlo al colonnello Valerio
Caro Valerio,
non dovevamo fermarci." "E invece sono ancora tutti là
con i sorrisi smaglianti,
sono là i figli e i nipoti
vincenti e arroganti." giorgio canali, Lettera del compagno Lazlo al colonnello Valerio' href='giorgio canali, Lettera del compagno Lazlo al colonnello Valerio'>giorgio canali, Lettera del compagno Lazlo al colonnello Valerio
"Che un pelato appeso a testa in giù
poteva bastarci.
Caro Valerio,
non dovevamo fermarci."
Coro Armata Rossa - Inno Nazionale Unione Sovietica
Хор Красной Армии - Государственный гимн Советского Союза
Milano, nelle scuole si dovrà ricordare Ramelli, militante neofascista, Pedenovi, Msi Ecco qui. Lo schifo Pd, che vota contro senza smarcarsi ovviamente dalla linea storiografica attualmente imperante, cioè La Vittimistica Universale, fa la figura di essere di sinistra rispetto all'astensione del M(erde)5S.
Meditate, membri del Comindeb, meditate!
Di che si tratta

Dal ciclostile a infernèt senza mai tradire la lotta di classe! CLASS PRIDE DEB WIDE!