Una volta tanto propongo sempre su suggerimento di @[ALFAMA] (che aggiorno sempre sulle mie considerazioni per quello che riguarda le sue proposte) un disco per la rassegna #buzz che è completamente "Made In Italy". Si tratta di un disco del collettivo The Braen's Machine, dietro il quale pare si "nascondessero" Piero Umiliani e Alessandro Alessandroni. Un disco che comunque è sorprendere per la qualità dei suoni e i momenti più sperimentali in bilico tra new age e musica progressive e krautrock. Buon ascolto.

The Braen's Machine - Underground (Liuto Records, 1971)

Un disco per molti anni considerato una specie di mistero. "Underground" usciva nel 1971 per l'etichetta italiana Liuto di proprieta di Piero Umiliani. Il disco, considerato da molti come una specie di esercizio di stile, è stato pubblicato a nome Braen's Machine. I brani sono firmati tutti da Braen e Gisteri, due pseudomini dietro i quali si suppone si nascondessero proprio Piero Umiliani e il suo collega e direttore d'orchestra, compositore e arrangiatore Alessandro Alessandroni. Quello delle parti fischiettate nella trilogia del dollaro nelle colonne sonore di Morricone e che pare Fellini avesse soprannominato "Fischio". Come siano andate le cose comunque esattamente non lo so e non so chi siano tutti i musicisti che abbiano preso parte al progetto. Quello che è sicuro è che questo disco qui è qualche cosa di incredibile. Attingendo a piene mani dal patrimonio culturale musicale sviluppato negli anni nella creazione di colonne sonore di diverso genere e da esperienze sperimentali del Nord Europa e in particolare del kraut-rock tedesco, il disco è una sequenza di tracce in cui tutti i musicisti danno sfoggio delle loro capacità tecniche e della loro inventiva. Il sound del disco è fatto di chitarre rock acidissime, ritmi di batteria variabili e che alternano il 4/4 del Motorik kraut con sperimentalismi ambient, il basso che detta tempi funky e allo stesso modo si adegua a momenti più sincopati fino al jazz e al fusion e al progressive. L'uso delle tastiere è sempre fondamentale e centrale ma mai invasivo e non si impone mai sul resto della strumentazione. Tutto è perfettamente coordinato in un disco che a volere essere critici e cercare per forza qualche cosa che non vada bene, gli si può al massimo criticare la eccessiva perfezione.

The Braen's Machine - Underground (1971) [FULL ALBUM]
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