Storie che andrebbero raccontate (2) Nic Jones 004 Canadee-I-O, Nic Jones
Il 5 agosto del 2010 a Sidmouth si tiene "la settimana del folk"; sul palco sale un uomo: è malfermo sulle gambe, si muove lentamente e con difficoltà, i suoi gesti sono innaturalmente meccanici e la voce è fioca, debole ma profonda. I presenti lo accolgono con un silenzio rispettoso e partecipe. Riesce a cantare solo tre canzoni, ma bastano per chi ha la fortuna di essere là.
Almeno per coloro che sanno chi è quell'uomo.
Nic Jones è stato uno dei più grandi folksinger inglesi, uno dei principali esponenti di quel cosiddetto "folk revival" che, tra i '60 ed i '70 ha prodotto dischi di gruppi e solisti straordinari. Pentangle, Richard Thompson, Bert Jansch, June Tabor, Davy Graham, Sandy Bull (e potrei continuare a lungo, ma ci siamo capiti). Fra quei nomi il nome di Nic Jones dovrebbe primeggiare: 5 dischi a suo nome (e tante partecipazioni a dischi importanti) tra i quali almeno un capolavoro assoluto (Penguin Eggs). Uno stile personale ed originale, una tecnica strumentale eccelsa ed una scrittura felicissima; Nic era nato per essere un primo della classe.
Ed invece il 28 febbraio del 1982, tornando da un concerto, si va schiantare con la sua auto contro un camion.
Coma, fratture multiple e danno cerebrale. Mai più suonare, addio a quel fingerpicking magico e personale, addio al violino ed anche cantare diventa difficile (era difficile pure impugnare una forchetta o pisciare.....).
Ci vogliono 28 anni per ternare su di un palco, lì a Sidmouth. Chi lo sa, chi custodisce gelosamente una copia di "Penguin Eggs" è lì che assiste - in silenzio - a quel piccolo miracolo.
Ci proverà ancora altre volte, nei successivi tre anni, Nic a riprendere - almeno - a cantare. Poi, nel 2013 dopo un concerto allo Shrewboury folk festival, Nic getterà la spugna e dirà basta.
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