10+10 Pisciatori controvento. 20) Cecil Dill Cecil Dill and his musical hands
Signori, il numero uno!
Ora, prego davvero chi abbia la ventura di fermarsi a leggere (ed ascoltare) di non cedere alla tentazione di pensare ad uno scherzo, una boutade, una freakerie o ad un banale coup de théâtre. No Cecil è davvero la quintessenza di ciò che rappresentano questi sacerdoti di un'Arte minore, di un'arte con la minuscola.
Cecil, il figlio di Jennie e William agricoltori in un piccolo buco, chiamato Traverse City, che un bel giorno del 1913, tornando da scuola scoprì di avere un inaspettato quanto insolito talento: le sue mani suonavano. Dapprima suonò "Yankee Doodle" e poi tante altre.
Ci mise trent'anni, trent'anni di studio e perfezionamento per fare di quel suo dono lo strumento per fuggire da quel piccolo buco di Traverse City e da quel lavoro infame (mentre suo padre provava a fare qualcosa del genere aprendo un saloon).
E ci riuscì: arrivò a suonare nella big band di Ted Weems (uno che scriveva canzoni anche per Perry Como) su a Chicago. E le cronache riportano che, più volte, fu capace di rubare la scena agli altri solisti.
La sua apparizione televisiva del 1925 è, comunemente, riconosciuta come la prima performance mai registrata di manualismo.
Si, perché con Cecil nasce proprio una categoria musicale: il manualismo, appunto (e se provate a cercare i video di alcuni di loro troverete cose davvero pazzesche!).
Peccato che la maggior parte dei successori di Cecil si accontentino di farsi trattare da fenomeni da baraccone o da stramboidi.
Peccato....
Guardatelo Cecil, così serio ed impettito; 30 anni di studio e di consacrazione a quel suo dono inaspettato che lo beccò lì, ragazzino, in quel piccolo buco degli States.
Io, vi assicuro, nutro una piccola ossessione per Cecil (ho persino cercato di contattare qualche suo erede....). Su di lui si trovano pochissime notizie, ma - prima o poi - sarò in grado di presentarlo come si deve (questa è una minaccia).
E chissà cosa avrebbe potuto fare se la sua salute non gli avesse dato tanti problemi a cominciare dagli anni '60.
Visse a lungo, Cecil, ma indebolito e debilitato nel fisico. Avrà saputo che altri stavano percorrendo la sua strada? Avrà continuato ad esercitarsi col suo dono?
io so solo che non è, di certo, stato celebrato quanto si sarebbe dovuto.
Signori, il numero uno!
Ora, prego davvero chi abbia la ventura di fermarsi a leggere (ed ascoltare) di non cedere alla tentazione di pensare ad uno scherzo, una boutade, una freakerie o ad un banale coup de théâtre. No Cecil è davvero la quintessenza di ciò che rappresentano questi sacerdoti di un'Arte minore, di un'arte con la minuscola.
Cecil, il figlio di Jennie e William agricoltori in un piccolo buco, chiamato Traverse City, che un bel giorno del 1913, tornando da scuola scoprì di avere un inaspettato quanto insolito talento: le sue mani suonavano. Dapprima suonò "Yankee Doodle" e poi tante altre.
Ci mise trent'anni, trent'anni di studio e perfezionamento per fare di quel suo dono lo strumento per fuggire da quel piccolo buco di Traverse City e da quel lavoro infame (mentre suo padre provava a fare qualcosa del genere aprendo un saloon).
E ci riuscì: arrivò a suonare nella big band di Ted Weems (uno che scriveva canzoni anche per Perry Como) su a Chicago. E le cronache riportano che, più volte, fu capace di rubare la scena agli altri solisti.
La sua apparizione televisiva del 1925 è, comunemente, riconosciuta come la prima performance mai registrata di manualismo.
Si, perché con Cecil nasce proprio una categoria musicale: il manualismo, appunto (e se provate a cercare i video di alcuni di loro troverete cose davvero pazzesche!).
Peccato che la maggior parte dei successori di Cecil si accontentino di farsi trattare da fenomeni da baraccone o da stramboidi.
Peccato....
Guardatelo Cecil, così serio ed impettito; 30 anni di studio e di consacrazione a quel suo dono inaspettato che lo beccò lì, ragazzino, in quel piccolo buco degli States.
Io, vi assicuro, nutro una piccola ossessione per Cecil (ho persino cercato di contattare qualche suo erede....). Su di lui si trovano pochissime notizie, ma - prima o poi - sarò in grado di presentarlo come si deve (questa è una minaccia).
E chissà cosa avrebbe potuto fare se la sua salute non gli avesse dato tanti problemi a cominciare dagli anni '60.
Visse a lungo, Cecil, ma indebolito e debilitato nel fisico. Avrà saputo che altri stavano percorrendo la sua strada? Avrà continuato ad esercitarsi col suo dono?
io so solo che non è, di certo, stato celebrato quanto si sarebbe dovuto.
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