Sanremo 1985 - Frankie Goes To Hollywood - The power of love
È il 1985, la direzione artistica del Festival di Sanremo recluta i Frankie Goes To Hollywood
tra gli artisti ospiti della trentacinquesima edizione. Questo basta per scatenare un gran
pandemonio. Il quintetto di Liverpool, reduce dal successo planetario di "Relax", amplificato
dalla massiccia campagna pubblicitaria della etichetta dei poliedrici, redivivi Paul Morley e
Trevor Horn (chi non ricorda le t-shirt con il motto"Frankie Says No More"!), è sulla bocca di
tutti. Ma quel che fa più clamore nell'opinione pubblica è il videoclip del suddetto brano.
Già il testo, censurato a più riprese da radio e tv per alcuni passaggi inequivocabilmente
provocatori e scandalosi, ha attirato le ire di conservatori e benpensanti, sbigottiti dalla
esplicita sfrontatezza della band. Le immagini che ne vengono abbinate completano l'opera.
Uomini in provocanti e succinti abiti latex, ammiccamenti omosessuali (siamo nell'era
Thatcher, questo è un dichiarato affronto establishment), simulazioni di atti sessuali e tanta,
tanta ostentata perversione.

In Italia si mobilitano associazioni cattoliche, collettivi di mamme agguerrite e gente comune
per scacciare il demone prossimo a giungere dall'oltremanica e per convincere la direzione del
festival a fare dietrofront, ma ogni opposizione è vana, ormai è deciso.
9 Febbraio 1985. Terza e ultima serata del festival. Pippo Baudo introduce i F.G.T.H facendo gli
auguri a Holly Johnson, guarnito da un insolito copricapo in pelliccia alla Davy Crockett,
che quel giorno compie 25 anni. I convenevoli e gli ossequi volgono al termine ed arriva il
momento dell'annuncio del brano. È proprio in questo preciso momento che lo stupore calca
i gradini verso il blasonato proscenio. Tutti attendono l'incipit di " Relax".
Invece arriva l'amore, quello struggente, l'universale sentimento cantato con un trasporto
come solo pochi sanno fare. E le parole sono carezzevoli: "Ti proteggerò dall'artiglio incappucciato,
terrò lontano i vampiri dalla tua porta" e carezzevole è Johnson che lancia rose rosse al parterre.
Un appassionato, commovente inno all'amore, di quelli destinati già sul nascere ad essere ricordati
per sempre.

Holly Johnson più tardi dichiarò: "Ho sempre sentito The Power Of Love come il disco che mi avrebbe
salvato la vita. C'è un aspetto biblico della sua spiritualità e passione, il fatto che l'amore è l'unica cosa che conta, alla fine"
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