avevo 14 anni e per la prima volta vidi un LP in casa. Il mio futuro cognato era partito per la naja e lasciò in custodia il suo impianto (un lurido mangiadischi comprato tramite selezione del Reader's Digest) a mia sorella con annessi sei o sette dischi un paio dei DP fra cui Made in Japan, uno senza copertina de I Rovescio della Medaglia ( la Bibbia, una palla mostruosa). due di un cantantucolo all'epoca abbastanza sconosciuto (Invenzioni e Trapezio di un certo Renato Zero), qualcosa dei Blue Öyster Cult più alcune cose sparse fra Rolling Stones, Beatles e altra paccottaglia rock dei primi anni '70. Beh fra tutti questi ellepì più o meno gradevoli all'orecchio di un 14enne il cui idolo peteva essere Little Tony più che Faber c'erano altri dischi d'un fottuto #genio e così fra gente che fingeva d'esser sana m'innamorai pure di questo stravagante cant'attore. in questa fa piazza pulita di tutti i cliché che accompagnano i cantanti. anni dopo gli stessi argomenti verranno ripresi anche da Edoardo Bennato in Sei Come Un juke-Box Giorgio Gaber - Suona Chitarra (1969)
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