Vulisseve pruvà quaccos'e nuovo?
Un giro (per forza di cose non esaustivo) nello straordinario patrimonio musicale napoletano.
Bisca feat. Nino D'Angelo - Note scunusciute
Ci avevano trovato anche un nome "Vesuwave", erano gli anni '80 e Napoli sembrava Manchester!
C'ero anch'io, giovane e bombolone, col mio gruppo, eravamo la seconda o la terza fila ma - cazzo! - sembrava davvero la "cosa" del momento: concerti, interviste, riunioni, contatti, hype.
I concerti ripresi dalle telecamere per farci un film (quella ciofeca do "Blues Metropolitano"), o dei documentari (anche la RAI), fotografie su riviste più o meno patinate. Contatti con gruppi inglesi e francesi (partecipammo - ma si era già alla fine - anche al "Red Wedge"). Mettemmo su anche un'organizzazione "WlaMusicaViva", c'era chi ci voleva scrivere su un libro...
Insomma, un vero sballo! E giravano anche dei soldi!
Certo col folk non c'entravamo niente, cantavamo quasi tutti in inglese (e questo, a ben vedere, era la cifra principale del nostro provincialismo), ma la rubrichetta è mia e ci infilo chi mi pare!
Ma c'erano dei gran gruppi: Little Italy, Anthra, Panoramics, Bisca, Whallalla.
Alla fine è rimasto ben poco: i Whallalla vincitori di "Sanremo rock" (Ossignùr!) e i Bisca. I Bisca, probabilmente erano i migliori della scena, gli unici rimasti; per loro non è mai stata una cosa napoletana, però qui collaborano co Nino D'Angelo e - così - sembra che ci azzecchi qualcosa col resto della rubrichetta.
C'era una "scena" ed era bello!
Vi lascio un piccolo ricordo personale. Eravamo appena tornati dall'Inghilterra, una indie ci aveva fatto registrare un pezzo agli studi Chapel (studi importanti da cui sono usciti non pochi dischi che avete in casa) a Louth (e cazzo mica lo sapevo che lì c'era Robert Wyatt!). Insomma eravamo convinti che la nostra carriera stesse decollando: suonavamo spesso e dovunque ed avevamo cachet superiori al milione di lire. Con quei soldi ci eravamo comprati una strumentazione professionale, ma da veri cazzoni, continuavamo a tenere tutto nel solito, vecchio, garage scarrupato. Morale: ci rubarono tutto! Fu l'inizio della fine.
Però, quando la notizia si seppe, in città si decise di organizzare un concerto per raccogliere fondi per aiutarci a ricomprarci gli strumenti, e tutti diedero la loro disponibilità.
Era bello far parte di una "scena"!
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