il titolo di questo film uscito nel settembre 2024, può tradursi come L'appartamento dell'altra, ed è basato su fatti accaduti in Cile negli anni '50. Si inserisce nel panorama contemporaneo traboccante di pellicole con protagoniste femminili, ma con una minima differenza. Al contrario della stragrande maggioranza di film che presentano figure stereotipate di donne forti, arroganti, sempre nel giusto o per lo meno oppresse da un “patriarcato” violento, Mercedes, la nostra protagonista, è “solo” una segretaria introversa e frustrata dalla monotonia domestica: un marito egoista che non le lascia neppure un biscotto per colazione, figli altrettanto indifferenti, un appartamento piccolo, scuro e incasinato e pile di piatti sporchi in cucina.
L’occasione per evadere da questa palude si presenta quando il suo capo, un giudice, inizia ad occuparsi del caso Maria Carolina Geel, una scrittrice accusata di aver sparato al proprio amante in un hotel di lusso. Mercedes scopre che, oltre ad essere un assassina, Maria possiede un appartamento da sogno: grande, elegante, pieno di oggetti raffinati e – soprattutto – libero da presenze maschili. Tra un bagno caldo e un vestito preso in prestito, Mercedes si immerge in questo mondo estraneo e apparentemente perfetto, ignorando completamente il lato tossico della sua nuova musa: una donna fredda, manipolatrice e sprezzante.
Sul piano sociale, il film suggerisce che mentre Mercedes lotta contro l'acqua fredda e un marito con la sensibilità di una ciabatta logora, Maria galleggia in una dimensione fatta di amici ricchi e potenti, pronti a salvarla anche se ha commesso un omicidio premeditato. Per lei, la giustizia è un concetto flessibile: condannata a soli 514 giorni di prigione, non li sconterà nemmeno ottenendo la grazia presidenziale su richiesta della poetessa premio Nobel Gabriela Mistral.
L’epilogo lascia l’amaro in bocca: l’assassina Maria torna tranquillamente alla sua vita bohemien e Mercedes ai suoi piatti sporchi. Trascendendo da questioni di genere l’ironica “morale” potrebbe essere che se devi commettere un crimine, fallo in un posto di lusso, con testimoni e un ottimo guardaroba. I poveri possono tenersi la loro integrità, i ricchi hanno già pronta la lista di premi Nobel che firmeranno per salvarli.
Una menzione speciale va alla fotografia, alle scene e ai costumi, molto curati ed adeguati nella presentazione del mondo di Mercedes come scuro, triste e logoro e quello di Maria opulento, luminoso ed elegante. Regia di Maite Alberdi, nota (ai meno) per essere la prima candidata cilena all’Oscar nel 2021, per quanto possa essere rilevante, visto che ultimamente l’Academy ha spalancato le porte alle signore.
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