Dopo averci impressionato nel 2007 con il feroce e più che positivo debut album "Unio Mystica Maxima", tornano nel 2009 i Malfeitor, band Black Metal Italianissima guidata da Fabban, mente già dei più sperimentali Aborym. Al contrario di come alcuni pensano, questo non è un suo semplice side-project meno sperimentale, ma una nuova e assai valida realtà estrema tricolore.
Se l'album di debutto era composto da tracce violentissime e schiette, questo secondo episodio denominato "Incubus", è più ragionato e maligno nei suoi furiosi attacchi, colmi di negatività e sofferenza. Con questo non voglio dire che sia meno violento, ma è semplicemente la naturale evoluzione del suo predecessore. Fabban è migliorato molto nell'impostazione canora, le chitarre marcissime e violente ed il resto degli strumenti accompagnati da una produzione calda e corposa, ci regalano un devastante e indistruttibile Wall of Sound che sovrasta il confronto con le caparbie produzioni di Marduk, Immortal e compagnia norrena. E come se non bastasse la musica dei Malfeitor è impregnata di un alone nero e putrefatto, per via dei suoi testi occulti e negativi, secondo me inscindibili dalla musica di "Incubus"; questi testi non sono i classici e troppo scontati "viva satana!, gesù muori!, brucia la chiesa!", ma come raccontano gli stessi autori, sono delle vere e proprie discese in V.I.T.R.I.O.L., dei richiami alla Kabbalah e alla Sephiroth, alle divinità più antiche e all'esoterismo più oscuro. Ed è così che balzano all'orecchio coltellate come la violenta opener Down with me, o la seconda traccia Into the Qliphot of Golachab che parte cadenzata e oscura per poi sfocciare in un marasma claustrofobico di Screams e Blastbeats come è caratteristico nel genere. O ancora Mysterious,Mystical, Majestic con le sue sinistre melodie e i cori sintetici nel chorus, e la malevola Dark Saturnian Chaos. In conclusione è posta la potentissima Title-track e la lunga e rumoristica Antisaturno (Thùnapsù), altro occulto esperimento ben riuscito e spiegato nel superbo artwork che accompagna il disco.
In definitiva "Incubus" è un album molto interessante da parte di un'ottima band italiana, che va ascoltato per bene al fine di assaporarne appieno i vari strati del suo nero contenuto.
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