Correva l'anno 1999 quando questa perla nera vide la luce. Il massimo capolavoro dei Manes (band di culto del black metal mondiale) uscito per la Hammerhearth fu la massima espressione di quanto la musica in se per se possa definirsi un autentica opera d'arte. Epocale. Questa è la sola parola per descrivere questo disco, intriso di odio verso la vita e devozione verso la morte. Questo è un inno all'oscurità quella più buia e nera. Nessun elemento gotico o aperture sinfoniche, qui tutto è puro gelo creato da un apice sonoro capace di un raro estremismo. Molte bands (in specie americane) hanno preso ispirazione da questa opera che portò alla massima espressione del concetto di Depressive black metal.

La batteria svolge un ruolo importantissimo poichè crea ritmiche asfissianti e ossessive, dove sulla base si tessono le gelide note di chitarra capaci di far vibrare le corde più profonde dell'animo umano, il basso non sembra produrre linee melodiche ma bensì vibrazioni simil-drone. In questo unicum sonoro fatto di assoluta glacalità si staglia la malvagia voce di Saargatans in possesso di uno screaming-growl unico che sembra venire direttamente dall'oltretomba. Non è un lavoro adatto per personalità ottimiste, questo è un inno alla sofferenza, ogni volta che lo metto ad ascoltare mi ritrovo in un un mondo lontanissimo dove luce e positività non esistono ma regna incontrastata un'assoluta tenebra ove non ci può essere via d' uscita. Prova ne è la splendida "Til Kongens Grav De Dode Vandr" dove il sound intrecciato tra melodie di chitarra e ritmiche di batteria veloci ma articolate creano una maestosità assoluta. Una perla del disco che crea un atmosfera nera come la pece è la tenebrosa "Uten Liv Ligger Landet Ode" a mio parere la più bella canzone depressive black che un gruppo abbia mai composto, e la malvagia title-track la quale dona all'ascoltatore un senso di smarrimento completo dove antichi spettri aleggiano sopra di noi quasi volessero comunicare attraverso legami incomprensibili al nostro udito.

Questo non è un semplice disco è un portale fra due mondi, il nostro e una dimensione nera, un estremo abisso la cui profondità non ha limiti e dove la vita viene maledetta, nella regione più lontana che l'animo umano si perde nella sua totale assenza di luce, un posto dove regnano le più efferrate anime dannate. E voi mi domanderete: che cos'è questo luogo, dove siamo? All'inferno ragazzi, siamo all'inferno.

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