Da wikipedia

palloncino: “recipiente in lattice che può essere gonfiato con la bocca o con l’aiuto di pompe a mano, elettriche oppure usando le bombole di elio.

Quelli gonfiati con l’elio volano, quelli gonfiati d’aria no”

Quando si rompe un palloncino? Quando arriviamo a capire che la soffiata che stiamo per dare sarà l’ultima che le pareti in lattice potranno contenere?

E se riducessimo l’intensità delle soffiate magari resisterebbe ancora un po’.. ci vorrebbe un tedesco, un ingegnere tedesco.. lui sì che saprebbe rispondere.

Mario non ci dorme la notte, lui che è un industriale milanese di successo, lui che si sta per sposare con una bellissima donna e che vive in un bellissimo appartamento all’ultimo grido con vista duomo si sta autodistruggendo perché ha un obiettivo ..stabilire il punto di rottura di un palloncino.

Perché la questione è seria, deve risolvere il problema o per lui è la fine, la sua vita non avrebbe più senso, non sarebbe più degno di occupare un posto di spicco in questa società e si meriterebbe di finire insieme a quella gentaccia che tanto disprezza, operai, casalinghe e donne delle pulizie.

Giovanna la sua futura sposa è perfetta, è carina e alla moda e ci fa anche all’amore ( ma con discrezione..l’onore della moglie è fondamentale, dopotutto lei non si sposa mica con un babbeo qualunque ) ma è ancora giovane ed è troppo inesperta per potergli essere di supporto e poi diciamocelo, lei deve fare il suo..la sposina modello da esporre in vetrina perché il mondo che conta è un mondo di maschi.

Maschio alfa di bella presenza, pieno di soldi e fondamentalmente rimbecillito che fa? Può solo dedicarsi ai suoi palloncini di lattice e non è disposto a cedere a compromessi, una soluzione la troverà nel bene o nel male.

Magistralmente interpretato dal Marcello nazionale e diretto da un Ferreri in stato di grazia questo film per il sottoscritto è una piccola gemma (quasi) nascosta, un’ora e venti di puro Ferreri, un condensato di nonsense micidiale nella sua economia, nel suo bianco e nero da quattro soldi con qualche goccia di colore qua e là ed una colonna sonora particolarissima nel produrre rumori seriali che richiamano le ossessioni del protagonista.

La storia del film è abbastanza particolare: 1965 ridotto a 30 minuti circa dal produttore Carlo Ponti e distribuito come primo episodio nel trittico di “Oggi, domani dopodomani” uscirà in Francia col titolo attuale nel 1969 per poi essere distribuito anche in Italia in quella che è la versione definitiva con l’aggiunta di alcune scene a colori.

In questa opera attualissima ed ahimè in questo momento di quarantena ancora di più, Ferreri sembra asserire che l’individuo perfettamente integrato nella società capitalistica sia un perfetto cretino e che se gli si toglie il “giocattolo” si manifesta per quello che è, un perfetto deficiente. Nonostante l’intento impegnato il film è divertentissimo perché ha quella leggerezza tipica del maestro milanese che è come sempre eccezionale nel raccontare la quotidianità banale meschina ed insensata del prototipo borghese.

Mastroianni da urlo nel dare rilevanza ai piccoli gesti con qual fare sornione che è un vero marchio di fabbrica e se posso permettermi più a suo agio in Break Up che nella Grande Abbuffata, dove Tognazzi, Piccoli e Noiret gli sono stati superiori.. che dire.. visione consigliatissima per questo diamante grezzo che aspetta una bella lucidata!

Carico i commenti... con calma