Premetto che nutrivo grandi aspettative quando mi sono recato a vedere "Finale a sorpresa - Official competition". Film presentato all'ultima Mostra del cinema a Venezia, è stato preceduto da un nutrito battage pubblicitario che lo lanciava come "pellicola più divertente dell'anno". In tempi di magra (dall'inizio della pandemia ad oggi) per le sale cinematografiche, bisogna far di tutto per stimolare il pubblico ad andare al cinema ed oltretutto è risaputo che la merce non si reca da sola al mercato (così più o meno asseriva il vecchio Karl Marx). E così, al penultimo spettacolo dell'altro venerdì sera, mi sono recato al cinema trovandomi in una sala gremita (si fa per dire..) da 4 spettatori decisamente agee`, dopo che il cassiere aveva chiesto anche a me se avevo i requisiti per usufruire dello sconto spettante agli over 65 (non sono più un pischello e comunque mi manca poco per rientrare nella suddetta categoria..) .

Beh, visto il film posso dire di non essere propriamente deluso, ma neppure soddisfatto anche ad ennesima conferma di quanto possa essere mendace la pubblicità. Cosa dunque non convince appieno dell'opera?

La vicenda narrata ha un avvio promettente, presentandoci un ricco imprenditore di nome Humberto Suarez che, compiendo 80 anni, si prefigge lo scopo di finanziare un' iniziativa di grande impatto e risonanza. Qualcosa che non sia così scontato come l'edificazione di un'opera edilizia tipo ponte, bensì un'opera artistica che possa dare lustro. E cosa meglio, in tal caso, dell'acquisto dei diritti su un romanzo di successo da cui trarre una versione filmica? Se a ciò si aggiunge la scelta di affidare la regia dell'opera ad un'autrice ben nota ed innovativa come Lola Cueva (un'incredibile Penelope Cruz) il gioco pare fatto. Dal momento che il film sarà basato su un romanzo che narra il rapporto conflittuale fra due fratelli, la regista suggerirà e otterrà che gli attori prescelti dovranno essere la creme della recitazione disponibile sul mercato. Quindi saranno coinvolti due attori di stile e birignao divergenti. Da una parte Felix Rivero (interpretato da Antonio Banderas) tipico divo hollywoodiano baciato da un successo internazionale e dall'altra Ivan Torres (Oscar Martinez di cui ignoravo l'esistenza) attore di estrazione teatrale e semmai noto nell'ambito del teatro impegnato. Inutile dire che fra i due si avranno scintille e la vicenda assumerà aspetti tragici che non vanno anticipati per non guastare il piacere della scoperta (e già il titolo del film qualcosa suggerisce..).

Non nego che vi siano passaggi divertenti nella trama, legati alle pose divistiche dei due attori in costante tensione, ma dove si tratteggia il personaggio della regista Lola Cueva saltano all'occhio delle forzature. Sì, è una regista sperimentale ma il modo in cui sottopone i due attori alle prove del copione ha un sapore decisamente sadico. Ma come si fa, allo scopo di annullare l'ego di due mattatori della recitazione, a convocarli alle prove per poi non presentarsi lei stessa? E sempre, a tale scopo, legare con corde e scotch i due malcapitati e farli assistere impotenti alla distruzione materiale dei loro attestati e premi per passate interpretazioni in film e piece teatrali? Sì, li` per lì ho riso ma poi mi sono chiesto se tutto questo non costituisse una forzata satira di certo cinema sperimentale. Quando mai grandi registi innovatori come Godard, Herzog, Wenders (solo per citarne alcuni) hanno trattato così sadicamente attori ed attrici da loro diretti?

Certo, non si discute la prova recitativa di Penelope Cruz, una delle migliori attrici in circolazione. Così come Banderas e Martinez sono altrettanto incisivi. Ma se si pensa di risollevare le sorti della distribuzione cinematografica con film così riusciti a metà, a mio avviso non si riuscirà nell'intento.

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