Gli innumerevoli attentati alla morale ed al buoncostume che Marilyn Manson ha perpetrato a cavallo del cambio di millennio ricordano le trentadue insurrezioni fallite del colonnello Aureliano Buendìa. Dal 1994, per una decina d'anni, il Reverendo ha fatto il possibile e l'impossibile per sovvertire le credenze bigotte della società americana, per cambiare le regole del gioco, per provocare una reazione nell'apatica e disillusa gioventù degli anni '90; per metà del tempo, dal 1996 al 2001, si può tranquillamente dire che ci sia riuscito in pieno.
Coadiuvato dal suo Obi-Wan Trent Reznor e spalleggiato da musicisti di fiducia (fra cui spiccano Twiggy Ramirez, il suo David Ellefson, il tastierista Madonna Wayne Gacy, elemento fondamentale della band sia a livello musicale che concettuale, ed il talento semisprecato di John 5), per cinque anni Manson è stato il pericolo pubblico numero 1 del pop americano, probabilmente il più perfetto e memorabile che abbia mai avuto. Tre album ineccepibili in fila, a sostenere un discorso organico di sardonico nichilismo in costante ed imprevedibile evoluzione: erodere le fondamenta del perbenismo la missione, allargare la portata dello scontro un imperativo categorico. Aveva un carisma strabiliante, una presenza scenica mozzafiato, ma soprattutto aveva l'intelligenza per sapere quali nervi toccare e l'arguzia per ribattere colpo su colpo alle accuse sempre più isteriche che gli venivano mosse contro. In quegli anni Brian Warner era seriamente percepito come pericoloso: un sacco di gente era prontissima a giurare che fosse davvero l'Anticristo sorto a corrompere le anime degli innocenti (merito anche dell'iconografia a base di bric-a-brac cabalistico/esoterico portata in dote da Gacy), e lui in questo ruolo ci sguazzava sornione, gareggiando con sé stesso per inventarsi una nuova provocazione sempre più estrema. Provocazioni quasi mai gratuite, tuttavia, ma facenti parte di un piano più grandioso e complesso; che questo fine ultimo fosse la grande rivoluzione della morale per abbattere le decrepite ipocrisie occidentali o semplicemente il tirare su un disastro di soldi, poi, era materia di dibattito già allora.
Il regno del terrore di Marilyn Manson termina esattamente l'undici settembre 2001, il giorno in cui l'America scopre di avere un Nemico ben più temibile e concreto di un cantante rock che farnetica di Cristo e Satana. Questioni più urgenti e drammatiche catalizzano all'istante tutta la capacità di indignazione del popolino, e Manson viene quasi subito declassato e ridimensionato a pagliaccio appena troppo esuberante. Lui stesso non sa che pesci prendere: non solo è preso in contropiede come tutti gli americani, ma si è visto revocare il suo scettro di spauracchio massimo da accusare di tutto il male del mondo. Colto alla sprovvista, nel dubbio, Manson fa quello che un personaggio del suo tipo non dovrebbe mai fare: indietreggia. The Golden Age Of Grotesque (2003), forte dell'onda lunga residua del carisma evangelizzatore del Reverendo, è ancora rilevante ma è davvero l'ultima danza, e come tale è percepita da quasi tutti: in termini di tensione evolutiva e potenza di fuoco è un nettissimo passo indietro rispetto ad Holy Wood. Il sentore comune è che Marilyn Manson sia finalmente pronto a diventare la parodia di sé stesso, e infatti è quello che succede. Inizia a imbastire litigi rosiconi con chiunque, perde uno dopo l'altro i pezzi della band, la dipendenza da cocaina è fuori controllo, inizia la storia con Dita Von Teese; perde tutto l'allure ultraterreno che lo rendeva un catalizzatore di attenzione unico nel suo genere e diventa una celebrità qualsiasi da scannare sul banco da macelleria dei rotocalchi. È a questo punto che l'ex-Anticristo diventa il totem dei ragazzetti incompresi di tutto l'occidente, una bandiera sotto cui fa quadrato l'ultimissima schiatta minorenne di emo, dark, goth, bimbimetal e disagiati generici, un feticcio da esibire di fianco a Jack Skellington ed Emily The Strange. Il colonnello è infine tornato a Macondo.
Nel 2007 Brian Warner tocca il suo nadir personale: il farsesco matrimonio con la Von Teese è naufragato in un umiliante divorzio pubblico che è uno dei buffet mediatici dell'anno, le cause legali grandinano da tutte le parti, i paparazzi si accaniscono con una ferocia seconda solo a quella riservata al dinamico duo Spears/Hilton e perde dopo 17 anni Madonna Wayne Gacy, ultimo rimasto della formazione originale (è uno di quelli che gli fa causa, oltretutto). Warner inizia ad invecchiare, ad ingrassare, ad imbruttirsi davvero, non per esigenze di scena: deprime vedere il luciferino alieno androgino di Mechanical Animals ridotto così. In questa disfatta totale, Manson pubblica il suo album più triste (non brutto: triste), Eat Me Drink Me, dolente persino oltre le intenzioni dell'autore: è la sua opera più intimista, più sincera e umana. Le canzoni sono melodiche e dolci come mai prima, ed è spiazzante vedere il semidio che dieci anni prima era l'incubo finale dei benpensanti così bastonato e sconfitto. Le ragazzine impazziscono, la critica lo massacra, riesce ad ottenere un ultimo, ad oggi, disco d'oro. Marilyn Manson di lì a poco smette di essere rilevante anche come celebrità: come Aureliano Buendìa si era tappato nel laboratorio a fabbricare i suoi pescetti d'oro, Manson, troppo grosso per essere dimenticato, si chiude in una dignitosa irrilevanza. Diventa una di quelle generiche Istituzioni Del Rock(TM) da cui non ci si aspetta più nulla di eclatante, giusto un decoroso disco di mestiere quando ne ha voglia e un tour nei palazzetti ogni due tre anni. La sua guerra è più che persa: è stata travisata, non capita, disinnescata, resa superflua e obsoleta. "Ah, Aureliano, già lo sapevo che eri vecchio, ma ora mi rendo conto che sei molto più vecchio di quello che sembri".
Celebrity Deathmatch è un programma realizzato in claymation andato in onda su MTV fra il 1998 ed il 2002. Per tutta la durata della sua prima incarnazione Celebrity Deathmatch è stato la vox populi del gossip statunitense: consisteva in incontri di wrestling esageratissimi e granguignoleschi fra i personaggi più in vista nello stardom dell'epoca, quasi sempre basati su vere faide e battibecchi fra celebrità. Come Marilyn Manson (ed il coevo South Park), il programma basa il suo strepitoso successo sul perculamento dello status quo tramite una satira sfrenata, irresistibile e onnicomprensiva che non nasconde un'intelligenza estremamente acuta. I colpi di genio sono fitti in Celebrity Deathmatch: ricordo i Backstreet Boys che si univano in un Megazord umano, o i Rage Against The Machine contro THE MACHINE, una macchina omicida che ovviamente li macellava senza pietà. Quello fra il programma ed il cantante è un matrimonio in paradiso: Manson appare spessissimo, ha il ruolo del The Rock della situazione, il favorito campione della gente che drizza i torti e rimette al loro posto gli smargiassi.
"Astonishing Panorama Of The Endtimes" è l'apice della loro collaborazione. Manson la scrive apposta per Celebrity Deathmatch, finisce in una compilation celebrativa ed in coda a The Last Tour On Earth ma viene presentata in esclusiva direttamente in una puntata, sotto forma di vero e proprio concerto animato (che viene interrotto da Ricky Martin, poi menato da Manson nel main event). L'"esibizione" diventa anche, con sequenze aggiuntive, il videoclip del singolo.
Poche cose fotografano con tanta nitidezza l'America del 1999 come questo concerto di plastilina, con una cavalcata apocalittica alla Ministry trainata dalla chitarra inconfondibile di John 5, che nella musica e nel testo è un esemplare compendio riassuntivo del Marilyn Manson Anticristo: uno stupefacente panorama della Fine, come da titolo. Il trionfo di quella selvaggia visione millenaristica che il Reverendo andava predicando e auspicando da anni. Agli occhi del me undicenne è grossomodo la cosa più clamorosa mai vista finora. WOW! Il cantante più cazzuto al mondo che presenta il suo violentissimo pezzo nuovo nel programma più fico della tv!! FOMENTO!!!
Celebrity Deathmatch non è durato moltissimo. È stato riesumato nel 2006 per un paio di stagioni, ma la magia si era persa; ci hanno riprovato dieci anni più tardi ma non se n'è fatto niente. Oggi sopravvive nella nostalgia di chi lo ha vissuto all'epoca. Di Marilyn Manson abbiamo detto sopra: ormai si è dato da un pezzo una calmata ed è un placido cinquantenne che sul palco riprende una versione edulcorata del personaggio che tutti ricordiamo, per uno zoccolo duro di fan comunque parecchio numerosi. Nell'ultimo biennio è tornato sotto i riflettori per via di casini con vecchie storie di sesso e molestie. Sic transit gloria mundi.
"...ma la stessa concentrazione le procurò la calma di cui aveva bisogno per ammettere l'idea di una sconfitta. Fu allora che capì il circolo vizioso dei pesciolini d'oro del colonnello Aureliano Buendìa".
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