Dopo il buon "The Pale Emperor" che ha segnato il provvisorio passaggio dall'industrial metal a sonorità più blues rock e alt-rock classico, il decimo album "Heaven Upside Down" rappresenta un po' una summa tra le sonorità del predecessore, quelle più classiche e anche qualche novità. Si parte con Revelation #12, brani dalle sonorità tipicamente industrial, in cui però si sente la mancanza di ispirazione sia a livello di testi sia musicalmente con un sound stantio, già sentito e risentito, per me la peggiore della tracklist, non un buon modo per iniziare. Con Tatooed in Reverse si cambia completamente: ritmiche marziali simil-Rammstein, quasi dubstep, elettronica pompata al massimo e un testo che sputa rabbia contro la religione; bellissimo il groove elettronico che scorre liscio sotto la voce roca di Manson, ormai però non più quella di una volta. La terza traccia è We Know Where You fucking live, primo singolo estratto, ma a mio modesto parere anch'essa tra i punti deboli dell'album, sound industrial già sentito che ricorda vagamente This is the new shit, per l'alternanza tra strofa parlata a ritornello urlato e per gli inserti elettronici alla fine di ogni ritornello. Ma, come detto, nulla di nuovo, solo una (brutta) copia dei tempi di gloria. Di tutt'altro avviso Say10, brano energico caratterizzato da una strofa sussurrata con una base elettronica simil-trap, che esplode nel ritornello e si sviluppa in un continuo crescendo. È poi il turno di Kill4me, traccia numero 5, brano sfacciatamente ruffiano, radio-friendly, con un ritornello che non si può non canticchiare e una musicalità orecchiabilissima; trovata geniale del produttore Tyler Bates. Vicina al sound del precedente album. Il brano successivo Saturnalia, altra chicca dell'album, scritta dopo la morte del padre, è un bellissimo e allucinato anthem di 8 minuti in cui Manson compie un viaggio nell'oltretomba. Sound piacevole, basi elettroniche psichedeliche e un bellissimo andamento in crescendo che esplode nel ritornello. Brano che ricorda molto i Bauhaus. È il turno poi di Jesus Crisis, altro punto debole dell'album, sciapa, nulla che non sia già stato sentito. Blood Honey è invece il pezzo migliore dell'album, l'unico che può essere paragonato alle canzoni dei tempi d'oro, una linea di piano ci introduce al brano, sofferente, pieno di pathos, con un ritornello potente e al tempo stesso sofferto, di quelli alla Mechanical Animals, e strofe sussurrate, alla fine delle quali si innesta un suono di sintetizzatore da far venire la pelle d'oca mentre Manson sussura sofferente:"I'm dripping blood honey". Heaven Upside Down paga la grandiosità del pezzo precedente, ma è comunque un brano discreto, che si lascia ascoltare piacevolmente, anch'essa una dedica al padre defunto. L'album si chiude con Threats of Romance, buona canzone anche questa, in particolare nelle strofe in cui intermezzi di chitarra e la voce potente e sofferta di Manson si alterano sullo sfondo di arpeggi di piano quasi blues. Heaven Upside Down è sicuramente un album da tre stelle, si sente la mano abile del produttore e la ritrovata (in parte) vena poetica di Brian Warner. Si sente però che l'album è di Marilyn Manson e non dei Marilyn Manson. Personalmente lo posiziono un piccolo gradino sotto The Pale Emperor per la presenza di qualche filler di troppo, ma sicuramente possiamo confermare che Marilyn Manson, dopo il periodo buio 2007-2012, anche se in parte, è tornato. Chi non ci crede vada a leggersi le polemiche cattoliche in reazione alla sua ospitata da Bonolis, sembra di esser tornati negli anni novanta.

Carico i commenti... con calma