Un vecchio adagio dice "chi fa da se, fa per tre"; probabilmente da oggi useranno questo album per spiegarlo meglio.

Fino a poche ore fa per me Mark Tremonti era un ottimo chitarrista, con un gusto eccezionale negli assoli e con qualche pezzo memorabile composto nei suoi lavori con Creed e, soprattutto, Alter Bridge. Adesso è qualcosa di più: si è dimostrato essere un artista poliedrico come pochissimi nel suo settore, una fucina di idee che per vedere la luce tutte assieme, hanno probabilmente dovuto aspettare che Mark si inventasse questo progetto solista. Per di più qui lo vediamo nell'inedito ruolo di cantante dopo anni di seconde voci e, credetemi, non sfigura assolutamente.

Signori qui siamo di fronte ad un lavoro con la "R" maiuscola: quella di Rock.

"All I Was" è descrivibile come un piacevole pestaggio, come un pugno nello stomaco che ci fa contorcere dal godimento.

La prima traccia non è che il preludio di quello che sarà: riff pesanti (questo però più cadenzato di altri) da headbanging, suoni incisivi e diretti, stacchi precisi e mai fuori posto ed in più ci regala quello che è uno dei migliori assoli dell'album, una cosa in cui Tremonti non ha bisogno di presentazioni.

Proseguendo nell'ascolto, praticamente non facciamo altro che trattenere il respiro (e la testa dal muoversi, onde evitare pericolose contusioni), per quasi un quarto d'ora, quando arriviamo al ritornello di "Brains", che ci da quel tocco di melodia che ci aspettiamo prima o poi. Rassegnamoci però, le chitarre pesanti ed il doppio pedale saranno il filo conduttore per tutto l'album ed a questo punto abbiamo ampiamente capito perchè la scelta del batterista sia andata su Garrett Whitlock: serviva tecnica ed incisività soprattutto nell'uso del doppio pedale.

Piacevole e godibilissima "The Things I've Seen", fa da preludio all'ormai celebre e cattiva "You Waste Your Time" singolo che ha lanciato il cd e del quale abbiamo potuto apprezzare, su youtube, anche una versione live in quella che loro definiscono "sala prove".

Ed è adesso che abbiamo l'unico momento di pausa, l'occhio del ciclone, l'attimo per riprendere fiato: "New Way Out" una ballad che ho davvero apprezzato, nell'interpretazione vocale, nella melodia e nell'intenzione.

Tutto quello che viene dopo non sarà che una riconferma di quanto detto prima; L'ottimo "Giving Up", la title track "All I Was" che praticamente riassume tutto il lavoro fatto (pur non essendo il pezzo migliore) ed il finale "Decay", che conclude prepotentemente la track list. Al "povero" ascoltatore non resta che un raro mal di testa che comporta come effetto collaterale un sorriso idiota stampato sul volto.

Non posso fare a meno di considerare che Mark Tremonti non è solo un chitarrista, per lo meno non lo è più. Questo è un prodotto di cui si sentiva la mancanza e che speriamo getti le basi per rinnovare un genere, quello dell'Hard Rock e del Metal, che ne ha davvero bisogno. Buon ascolto.

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