Marta Sui Tubi sono due ragazzi siciliani di Marsala trapiantati a Bologna, che hanno messo insieme delle canzoni per chitarra acustica. E basta? E basta.

O, meglio, qui comincia il bello. Perché un demo registrato solo con una chitarra acustica è stato fatto pervenire a Fabio Magistrali, già produttore di Bugo, e gli è piaciuto a tal punto che ha deciso di produrre ai due ragazzi l'album. Che quindi vede le chitarre (rigorosamente acustiche) e le voci arricchite qua e là dalla batteria o da inserti rumoristici e azzeccatissimi suoni di contorno. La sostanza però resta quella.

Ovvio che i testi, ironici e azzeccati affreschi di mediocre vita metropolitana, costituiscano la struttura portante delle canzoni. Talvolta il canto scivola nel parlato, e lì si deve badare più a quello che dice la voce che alla melodia. Che però non manca, anzi, caratterizza quasi tutti i pezzi. «L'equilibrista», in apertura, trascina subito con un ritmo incalzante e un cantato accattivante, mentre c'è subito spazio per la lenta (e bellissima) «Vecchi difetti». Le canzoni si susseguono per lo più su una falsariga ironico-disincantata, talvolta irresistibilmente comica («Stitichezza Cronica»), altrove introspettiva e narrativa.

C'è spazio per giri di chitarra belli e fulminanti, per intermezzi funkeggianti oppure assolutamente indefinibile, coi due pazzi impegnati a vocalizzare non si sa bene cosa sulla chitarra. Una menzione meritano l'onirica «Post» (uno dei pezzi in cui la produzione di Magistrali è più incisiva), «Steno» (così cantautorale e quasi "classica"), la conclusiva «Sole» (malinconica e sognante), mentre nella parte centrale dell'album sono concentrati gli episodi più bizzarri, comici e sperimentali («Volé», «Il giorno del mio compleanno», «Sei dicembre»).

La durata non va oltre i 32 minuti. Si ascolta d'un fiato. E lo si riascolta.

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