"Shutter Island" l'ultimo capolavoro del regista italo-americano Martin Scorsese che accusa l'influenza nefasta del cinema indipendente americano e quella sanatoria del neorealismo Italiano.
Questa volta Scorsese dirige Ruffalo e Di Caprio che si esibiscono in un'interpretazione magistrale. Il detective Teddy Daniels giunge presso Shutter Island dov'è situato un manicomio criminale dove Daniels in collaborazione con Chuck Auel (Mark Ruffalo) deve eseguire delle delicate indagini ovvero indagare riguardo la sparizione di una paziente "Rachel Solando".
Il film da cardiopalma si rivela sempre entusiasmante, allontana il tedio e soprattutto emerge la capacità di Scorsese di suscitare nello spettatore emozioni vere, è palpabile l'inquietudine che trapela dalla trasposizione cinematografica del romanzo di Lehan. Il finale disattende le aspettative e sovverte le congetture che si riveleranno prive di fondamento. Il merito del regista è quello di rimanere sempre fedele al romanzo.
Quel che realmente allieta lo spettatore è la minuziosità che urge adottare per interpretare i messaggi brillantemente criptati del regista. Elogio meritato a Scorsese e a tutti gli interpreti.
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Altre recensioni
Di Darkeve
Scorsese è diventato il più sadico degli psicologi, un Freud vendicativo e spietato.
Se questo film vi lascia impassibile siete di ghiaccio. Anzi, non siete vivi.
Di NationalAcrobat
"Questo posto mi fa pensare. Cosa sarebbe meglio, vivere da mostro, o morire da uomo per bene?"
«Shutter Island» è un film in grado, una volta finito, di tenere fuori dal cinema a discutere per almeno venti minuti.