Ok, niente suspence riguardo al mio giudizio, mi tolgo subito il dente e poi cerchiamo di ragionare. Il film ha una lunghezza eccessiva, non c’è niente da fare, non è l’unico difetto, ma è sicuramente il principale e il più evidente. Ed è un gran peccato, perché si tratta di un film imperdibile, per l’argomento trattato, per l’aver messo in luce una delle tante storie semi sconosciute di crimini razziali di cui si sono macchiati i colonizzatori bianchi nordamericani nei confronti dei nativi, ma direi più in generale per l’ennesima storia di prevaricazione e sopraffazione di forti contro deboli. E la durata di tre ore e 26 minuti, oltre ad essere un difetto intrinseco, come vedremo più avanti, rischia di scoraggiare la maggior parte del pubblico, quando invece questa storia dovrebbe avere la massima diffusione possibile. Perché si tratta di un grande film, girato da uno dei maestri del cinema, con un cast eccezionale, in cui giganteggia un De Niro in grande spolvero, come forse non si vedeva più da anni, un’interpretazione sontuosa, nel suo stile, di un personaggio tanto mellifluo, quanto diabolico e spietato, con accanto un Di Caprio, altrettanto credibile, in una parte tutt’altro che facile, un personaggio un po’ sempliciotto e molto limitato, a cavallo tra una meschinità a tratti quasi ingenua e un sentimento di amore troppo stolido e immaturo, e con la bellissima e rassicurante presenza di una grande Lily Gladstone, in un ruolo che forse avrebbe avuto bisogno di un maggior approfondimento, a completare il quadro d’insieme.
Ma anche il vino più pregiato può essere rovinato facilmente se lo allunghi con l’acqua. Ed è quello che ha fatto Scorsese, annacquando questa grande storia con una prima parte troppo lunga e ripetitiva. Tutto il film avanza in maniera lineare (salvo brevi flash-back nella seconda parte che comunque sono solo descrittivi e non rivelatori) sempre con lo stesso ritmo uniforme, di scena in scena, tenendo comunque viva l’attenzione dello spettatore, ma diventando al tempo stesso monotono, nel senso soprattutto di mono-tono, cioè mantenendo sempre lo stesso livello di tensione drammatica, senza alti e bassi, colpi di scena, momenti forti. Questa se vogliamo è una caratteristica presente anche in molti altri capolavori di Scorsese (da Bravi ragazzi a Casinò), mostrare con un certo distacco, oserei dire quasi da cronaca nera, i crimini più efferati. E il meccanismo funziona, di solito, basta che lo sviluppo narrativo sia perlomeno variegato. Cosa succede invece nelle prime due ore di questo film, si assiste praticamente alla reiterazione della stessa tipologia criminosa, con l’unica variante della modalità esecutiva (avvelenamento, colpo di pistola, esplosione, ecc,), senza variazioni sostanziali o intervallandola con momenti di maggior approfondimento, che so, magari delle dinamiche familiari di Di Caprio (tutto sommato poco chiarite nonostante le molte scene a disposizione), del ruolo dei capi tribù (che ricompaiono a un certo punto del film, dopo una serie infinita di morti sospette e quando ormai ci si era praticamente scordati della loro presenza), di altri personaggi che sono poco più che abbozzati (l’inviato a Washington, l’investigatore, il marito della sorella che salta in aria) e che avrebbero necessitato di più spazio, restringendo magari il tempo dedicato alla preparazione ed esecuzione dei crimini.
A quel punto l’arrivo dell’FBI certamente non può essere salutato come quello del Settimo Cavalleggeri in Ombre rosse, giustamente Scorsese si mantiene sulla stessa lunghezza d’onda e anche l’indagine avanza con lo stesso ritmo scandito in precedenza. Ma qui ci sta, da lì in avanti il film procede senza grossi intoppi, fino alla conclusione della storia. Unica pecca, a mio avviso, la trovata radiofonica finale, che mi è sembrata completamente fuori luogo e anche un po’ stucchevole. Avrei preferito una chiusura più classica, con le scritte esplicative finali, magari accompagnate dalle foto dei veri protagonisti dell’epoca. Ma questo è solo un dettaglio che non inficia il valore dell’intera operazione compiuta da Scorsese. Si tratta comunque di un film importante, soprattutto per gli aspetti di verità storica che ho elencato inizialmente, a cui una bella e sostanziosa sforbiciata nella prima parte avrebbe giovato parecchio.
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