Come da sempre è solito definirla Mary J Blige è innegabilmente la regina dell'hip-hop soul. Nasce nel 1971 nel Bronx e ne porta addosso le cicatrici fisiche e mentali. Se si pensa che la Blige sia la classica topona di colore da classifica, mainstream e dalla produzione ovattata vi sbagliate. Questa cantautrice e interprete è riuscita si a vendere circa 40 milioni di copie nel mondo, dimostrando così di essere una delle artiste più longeve dal punto di vista commerciale, ma è stata capace anche di dimostrare a pubblico e critica un certo quoziente artistico nonchè una voce fuori dal comune. Questo album è un greatest hits che arriva a quasi vent'anni di carriera della cantante e raccoglie, molto essenzialmente, alcuni fra i brani più famosi di Mary Jane.
Cominciamo subito con una critica. Il concept del greatest è stato sicuramente gestito male, mancano alcuni dei pezzi più significativi del passato della cantante, i pezzi estrapolati dai suoi primi lavori sono pochi, alcuni dei quali anche rimasterizzati con nuovi arrangiamenti. E la cosa mi ha lasciato un pò perplesso. Invece di cercare con questo lavoro di far apprezzare ai fan più giovani anche il proprio passato artistico, quest'album tende palesemente soltanto a incrementare vendite e quindi accumulare cash. Il che è un peccato per diverse ragioni. Nella tracklist mancano i pezzi più intimi e apprezzati dalla critica, non c'è neppure una traccia presa da "Mary", album del 1999 considerato unanimamente come l'album migliore della sua carriera, un vero capolavoro. Spazio invece per pezzi appunto più recenti. Molti sono i brani presi da "No more drama" del 2002, il suo lavoro più famoso anche qui in Europa, e da "The Breakthrough" superbo album nonchè il più apprezzato dai fan.
Qualche pezzone famoso come "As", la cover di Stevie Wonder in duetto con George Michael, qualche inedito (di cui uno solo degno di nota, "We ride") e l'album si conclude. Perchè mi chiedo io... ma perchè?? Quasi vent'anni di carriera sono molti... ma perchè arrivare a fare un album che prediliga ESCLUSIVAMENTE le canzoni più commerciali e più "billboard style"? Il repertorio di questa cantante è vasto... con "What the 411?" è riuscita a mescolare alla perfezione soul e hip hop (genere che può avere un minimo di valore artistico solo se "contaminato"), con "My Life" (considerato dalla rivista Rolling Stones uno fra i 500 album migliori della storia della musica), la cantante si è spogliata della sua corazza per parlarci delle sue paure, in "Mary" ci ha mostrato il suo lato più introspettivo ed intenso, in "Love&Life" quello più allegramente spensierato. E di tutte queste essenze di cui ci ha ricoperto negli anni in questo best cosa c'è? Agli ascoltatori meno "attempati" cosa rimane? E quanta voglia di approfondire sopraggiunge? Credo nessuna.
Mary J Blige è un'artista che amo, la mia preferita del genere. Una voce roca, soulful, un carattere forte e tormentato. Ma in questo album non ce piaciuta... naaaa... non ce piaciuta.
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