Esistono artisti di nicchia che, non per questo, sono da considerare dei minori ma che anzi sanno tracciare, pur ancorati agli stilemi della tradizione musicale, nuove vie. Maurizio Curadi fa parte di questa categoria. Curadi ha fatto la storia della psichedelia italiana suonando la chitarra con i leggendari Birdmen Of Alkatraz e con gli Steeplejack.

Ora Curadi se ne esce con il suo primo disco solista intitolato Phonorama per Area Pirata Records. Il disco è stato composto in anni di ricerche solitarie e rivela l’influenza di musicisti appartenenti all’avanguardia e al minimalismo come Keith Rowe (fondatore degli storici AMM), La Monte Young e Steve Reich ma anche del bluesman John Lee Hooker e del chitarrista John Fahey e Leo Brouwer. Curadi esplora nuove tecniche usando chitarre ed echi ed avventurandosi in territori sperimentali in cui convivono avanguardia e tradizione. Siamo di fronte ad un lavoro visionario ricco di suggestioni arcane. Musicalmente è un disco notevole: è come se il blues primitivo di Robert Johnson incontrasse il minimalismo di La Monte Young dando vita a un viaggio subliminale e psichedelico. Il tutto suona come un mantra visionario, cosmico e trascendente. Il disco è diviso in 2 sequenze di circa 20 minuti ciascuna. La prima parte inizia con Red Kite che ci introduce nel “mood” subliminale e suggestivo di Phonorama. La successiva N.O.D. è un brano evanescente per chitarra acustica ed echi mentre in Cicadas possiamo ascoltare i ricami della chitarra acustica accompagnati dalla registrazione del canto delle cicale. Water Well è un omaggio al blues primitivo suonato su un banjo di inizio ‘900. La seconda parte inizia con la breve, “bluesy” ed intensa Windmill Blues. Variazioni I-VI + Twig è invece la traccia più lunga (oltre 16 minuti) e raggiunge picchi musicali notevoli evocando – con le sue atmosfere sospese nel tempo - paesaggi antichi al di là del tempo e dello spazio. C’è poi spazio anche per una sezione bonus, una sorta di sessione “live” elettrica. Dopo la breve “visione” di Meridiana è la volta di Hidalgo – per corde allentate e oggetti - , caratterizzata da ambientazioni epiche. La chiusura è affidata a Piano: il suono del pianoforte in questo pezzo è qualcosa di unico e spaziale come raramente mi è capitato di ascoltare ed è realmente difficile da definire.

Phonorama conferma Maurizio Curadi come un grande artista fuori dagli schemi e, forse, anche dai generi. Non è un disco facile ma nondimeno rivela il talento di un musicista eclettico che ama ricercare ed esplorare nuove dimensioni sonore. Disponibile su Bandcamp: https://areapiratarec.bandcamp.com/album/phonorama.

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