Perché Sanremo è Sanremo...
Ovvero, come mai anche Giovanardi passa da quel palco
Eh già... per i non appassionati come me, per gli over trenta talmente fuori dal circuito commerciale da apparire quasi novantenni, per chi come me, insomma è più favorevole ad apprezzare il sound retrò di Nina Zilli che non gli altisonanti echi di un gruppo come i Modà, per chi preferisce mille volte guardarsi un concerto in dvd dei Muse (musica classica suonata in elettrico) che non una sola sera del festival italiano per eccellenza, per chi rifiuta categoricamente le presentazioni dei vari Baudi, per non parlare poi delle moine da vallette, per chi è così, insomma, non è per niente difficile immaginare come mi potessi sentire, quella sera, sintonizzandomi su "mamma rai" (forse, per mancanza di coccole da parte della mia!). Eppure, anche uno scettico come me, guarda caso, viene colpito quando, dopo un paio di canzoni (talmente anonime da confermare le mie certezze) la solita presentatrice o valletta di turno, annuncia i La Crus, con la canzone "Io Confesso". Ma come, penso, non si erano sciolti? In ogni modo, ne rimango talmente entusiasmato da pensare, con ottimismo, che magari ci avevano ripensato e avevano deciso di continuare la loro collaborazione.
No, come non detto. L'indomani, capisco che in realtà Giovanardi, Mauro Ermanno, è per l'appunto l'ex cantante dei La Crus che decide di presentare il suo primo album solista cavalcando il palco di Sanremo, con la partecipazione però del suo vecchio compagno di battaglie, Cesare Malfatti. Capisco.
Non sarà un caso, allora, che decide di impregnare il sound del suo testo con ritmi da film western, presentandosi così come un solitario cavaliere musicale. Nero. Rigorosamente nero. Mi piace, però. La maniera di Sergio Leone gli dona, lo rende superiore agli standard sanremesi, lo fa apprezzare dalla critica, almeno dalla mia. "Io Confesso" mi sembra così una buonissima canzone che non si fa sfuggire neanche gli echi del maestro Morricone. Ospita infatti, la soprano Barbara Vignudelli che mette in pratica gli insegnamenti del grande direttore d'orchestra italiano. Nella track list dell'album ci sono inoltre due cover del '66, "Se Perdo Anche Te" cantata da Morandi (ma di Neal Diamond) e "Bang Bang" di Sony Bono per Cher, reinterpretata fra gli altri da Dalida e dall'Equipe '84 e ora duettata con Violante Placido. Si fanno notare anche "Desio", "Un Garofano Nero", "Neil Armstrong" e "La Malinconia Dopo l'Amore" (feat. Syria). La voce bassa e tenebrosa di Giovanardi viene esaltata in tutto il cd. Gli arrangiamenti sono fatti su misura. La qualità della musica d'autore italiana è tenuta alta da questo disco. Bella sorpresa, dunque, anche se i La Crus non ci sono più. All'indomani di quel festival, per tutto il giorno, mi sono ovviamente chiesto se avessi sognato troppo l'altra notte.
Listen to:
I: Io Confesso
II: Desio (Il Rumore del Mondo)
III: Neil Armstrong
For me:
Vabbè è chiaro... prima di conoscere Giovanardi, conoscevo i La Crus e mi piacevano. La prima volta li ho ascoltati in macchina mentre andavo in bottega. Il gruppo mi è sembrato subito particolarmente adeguato nella sua capacità di miscelare con cura i generi musicali. Musica d'autore con spruzzate di elettronica, potremmo dire. Per me il loro ultimo live "Io Non Credevo Che Questa Sera" rappresenta comunque, per chi non conosce la band, un buon punto di partenza per entrare nel mondo dei La Crus.
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