"Siamo uomini troppo distratti da cose che riguardano vite e fantasmi futuri,ma il futuro e toccare, mangiare, tossire, ammalarsi, l'amore..."

Questa frase e senz'altro il sunto principale del secondo lavoro dell'artista romano, uscito nel 1998 e riproposto poi nel 1999 a seguito della sua partecipazione al festival di Sanremo. Un'album schietto, sparato in faccia, che colpisce per la rabbia silenziosa e signorile, una rabbia espressa con testi pungenti e tanta buona musica. Prodotto in maniera eccellente e tecnicamente ben suonato (spicca costantemente il basso di Gazze' che segna in maniera regolare le battute), presenta due ramificazioni ben marcate,la prima di insofferenza verso alcuni aspetti della società moderna,la seconda dedicata all'amore...sentimento che appare molto caro a Gazze' e per questo,trattato con i guanti.

Lo stile della musica e di difficile definizione, diciamo una sorta di Pop-rock, condito da una tastiera dal sound anni 80,una batteria secca e arrangiamenti di chitarra che non risultano mai scontati, ed e proprio questa la peculiarità delle canzoni di questo album: l'imprevedibilità e la piccola genialità delle melodie, condite da piccoli tocchi di classe che a primo impatto passano inosservati,ma ad un'ascolto piu' approfondito risultano evidenti ed apprezzabili.

I Testi sono ben pensati:a tratti poetici, a tratti sfrontati, non cadono mai in una facile retorica o in una demagogia nascosta, scritti a quattro mani insieme al fratello Francesco, si rivelano uno dei punti di forza di questa opera, spingendo un attento ascoltatore a pensare ai significati nascosti e non delle liriche. Sarebbe riduttivo mettermi ad elencare le canzoni che mi hanno colpito di piu', semplicemente perchè si tratta di una lavoro omogeneo, che dalla prima all'ultima canzone mantiene sempre costante l'attenzione.

Delle 14 canzoni dell'album, tuttavia,una menzione speciale la merita la traccia numero 6: Nel Verde che si può tranquillamente riassumere nella frase "accendo la TV, sigaretta nella gola, quando la playstation chiede al mondo di giocare ancora"...geniale. Un Album ben fatto senza dubbio, al quale non do 5 stelle, poichè secondo me il meglio di Gazze' deve ancora venire (le ultime uscite purtroppo non fanno ben sperare e non vorrei che avesse esaurito la verve artistica).

Elenco tracce testi e video

01   La favola di Adamo ed Eva (04:25)

Santi numi ma che pena mi fate
strozzati inghiottiti come olive ascolane
spiedini di carne in fila sulle autostrade
saldare al casello tanto per ringraziare
pensarsi arrivati dopo un lungo week-end
chiedo venia trovo un po' esagerato
pagare tre volte un litro di benzina
sentirsi ridire con sorrisi di rame
che sono costretti dal mercato dei cambi
ma andate a cagare voi e le vostre bugie

Credo di notare una leggera flessione del senso sociale
la versione scostante dell'essere umano che non aspettavo
cadere su un uomo così divertente ed ingenuo da credere ancora
alla favola di Adamo ed Eva
la favola di Adamo ed Eva

Dico quel che penso e faccio quello che dico
l'azione è importante siamo uomini troppo distratti
da cose che riguardano vite e fantasmi futuri
ma il futuro è toccare mangiare tossire ammalarsi d'amore

Credo di notare una leggera flessione del senso sociale
la versione scostante dell'essere umano che non aspettavo
cadere su un uomo così divertente ed ingenuo da credere ancora
alla favola di Adamo ed Eva
la favola di Adamo ed Eva

02   Una musica può fare (04:12)

03   Cara Valentina (04:00)

04   Raduni ovali (04:43)

05   L'amore pensato (03:55)

06   Nel verde (04:27)

07   Comunque vada (03:52)

08   Come si conviene (Bom pà) (04:04)

09   L'origine del mondo (04:43)

10   Vento d'estate (03:46)

11   Autoironia (04:36)

12   Colloquium vitae (03:31)

13   Casi ciclici (03:36)

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Altre recensioni

Di  JpLoyRow3

 Un disco già terribilmente maturo (era al suo secondo opus), scritto quasi interamente in coppia col fratello Francesco Gazzè, poeta.

 Gazzè imbottisce l’album di canzoni ironiche e gustose, con brani illuminanti e festosamente popolari.