Costretto a casa da una ingessatura, e avendo un po' di tempo libero (e pensare che dovevano essere giorni lavorativi pieni, mah, il destino) riascolto su Spotify (lo so, non su CD, lo so che è non si fa) un vecchio lavoro di Max Gazzé che non ascoltavo da una vita, e mi sembra molto bello, anzi, a dirla tutta, mi sembra il suo lavoro migliore. Che, a ben vedere, non mi pare nemmeno un gran complimento, visto che è datato 1998 e sarebbero passati 27 anni in cui non mi sembra si sia riproposto allo stesso livello. All'epoca aveva 31 anni (pochi o tanti dipende dall'epoca, nel 1998 sembravano pochi, la classica giovane promessa, ora che i pischelli cominciano a incidere dischi o simili già a 19 anni i 31 anni di allora paiono un botto). Eppure il mondo si evolve, ça va sans dire.

Un disco già terribilmente maturo (era al suo secondo opus), scritto quasi interamente in coppia col fratello Francesco Gazzè, poeta. Ora, non tutto è a fuoco, e il disco è fin troppo lungo (14 tracce), alcuni testi, francamente, appaiono difficili se non pretenziosi e il connubio tra poesia e musica appare un po' meno nitido, soprattutto nella seconda facciata, quando il nostro tenta di volare alto ma l'apertura alare appare modesta (il dittico "Come conviene" e "L'origine del mondo" non convince), eppure in alcuni (molti) passaggi l'opera è felice e, persino, divertente. Laddove prevale la leggerezza, o l'ironia. Gazzè, lo sappiamo, è un bassista ragguardevole, se poi a fargli da combriccola si mettono alcuni dei più notevoli strumenti italiani il gioco è fatto: Riccardo Sinigallia; Giorgio Baldi; Lucio Morelli, per citarne pochi ma buoni. Il ritmo ne acquista con alcuni passaggi musicali che riescono persino a soprendere, a volte grazie a deliziose idee musicali (si veda la semplicità, solo apparente, di "Vento d'estate", smash hit dell'epoca).

Il nostro imbottisce l'album di canzoni ironiche e gustose, due di queste, "Una musica può fare" e "Cara Valentina" passate a Sanremo con alterne fortune. Ma, soprattutto la seconda, denota una crescita musicale enorme: è un pezzo dal ritmo contagioso, dal testo vorticoso e dalla ripetizione finale che lascia il brano apertissimo. E' insomma la consacrazione di un artista che in un solo album ha saputo fondere brani illuminanti e festosamente popolari (la title-track partecipò pure al Festivalbar, e non ha un testo, né una musica, da Festivalbar, ma è coinvolgente) a pezzi complessi che stanno a metà tra il pop del decennio e l'elettronica degli anni '80, con testi che a volte lasciano meravigliati e a volte, nonostante siano palesemente derivativi, non dispiacciono. Citerei, senza ombra di dubbio, la clamorosa "Raduni ovali", la bella atmosfera pop de "L'amore pensato", il casino ragionato e ossessivo de "Casi ciclici" e la "stilosissima" "Colloquium Vitae" con un testo a metà tra Battiato e Bennato ("Vita le promesse dovrai pur mantenerle"; "Vita ricordati che un uomo ama ricordati di chi i fili muove non ti sei ancora accorta che ora ti muovo senza fili")

A volte si esagera ("Due apparecchi cosmici per la trasformazione del cibo") ma fin dalla sorprendente copertina ("Adamo ed Eva" tratto dal manoscritto del "Beato di Liebana") si intuisce come Gazzé abbia creato un album raffinato, colto e popolare allo stesso tempo, come più gli sarebbe accaduto. No, non "mi sembra normale".

Elenco tracce testi samples e video

01   La favola di Adamo ed Eva (04:25)

Santi numi ma che pena mi fate
strozzati inghiottiti come olive ascolane
spiedini di carne in fila sulle autostrade
saldare al casello tanto per ringraziare
pensarsi arrivati dopo un lungo week-end
chiedo venia trovo un po' esagerato
pagare tre volte un litro di benzina
sentirsi ridire con sorrisi di rame
che sono costretti dal mercato dei cambi
ma andate a cagare voi e le vostre bugie

Credo di notare una leggera flessione del senso sociale
la versione scostante dell'essere umano che non aspettavo
cadere su un uomo così divertente ed ingenuo da credere ancora
alla favola di Adamo ed Eva
la favola di Adamo ed Eva

Dico quel che penso e faccio quello che dico
l'azione è importante siamo uomini troppo distratti
da cose che riguardano vite e fantasmi futuri
ma il futuro è toccare mangiare tossire ammalarsi d'amore

Credo di notare una leggera flessione del senso sociale
la versione scostante dell'essere umano che non aspettavo
cadere su un uomo così divertente ed ingenuo da credere ancora
alla favola di Adamo ed Eva
la favola di Adamo ed Eva

02   Una musica può fare (04:12)

03   Cara Valentina (04:00)

04   Raduni ovali (04:43)

05   L'amore pensato (03:55)

06   Nel verde (04:27)

07   Comunque vada (03:52)

08   Come si conviene (Bom pà) (04:04)

09   L'origine del mondo (04:43)

10   Vento d'estate (03:46)

11   Autoironia (04:36)

12   Colloquium vitae (03:31)

13   Casi ciclici (03:36)

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