Los Angeles, anni'80. Nella zona est vive una ragazzina che di nome fa Hope Sandoval. Origine messicana, come molti da quelle parti; timida, nevrotica, con una faccia molto dolce, ma di quelle "un po'così"; una delle voci più suadenti e fascinose che Madre Natura ci abbia mai donato. Il padre è assente, la situazione familiare complicata; Hope comincia ad abbandonare la scuola e, come succede a molti, cerca conforto nella Musica. Sta chiusa nella sua camera ad ascoltare dischi su dischi, e cova il desiderio di "suonare come i Rolling Stones". Una musa a misura d'uomo.
Ne parla alla sua migliore amica, Sylvia Gomez, e fonda con lei, solo con lei, le "Going Home": letteralmente una voce e una chitarra, fautrici di un folk malinconico, introspettivo e languoroso. Le due ragazze riscontrano l'apprezzamento di alcuni club locali, e naturalmente seguono la scena musicale del posto con attenzione. A L.A. sono gli anni ruggenti del Paisley Underground, splendido revival psichedelico passato al filtro del punk e del post-punk. Uno dei gruppi cardine del movimento sono i Rain Parade del chitarrista David Roback, e le nostre fanciulle sono loro ferventi ammiratrici (come dar loro torto): nell'83 vanno a guardare un loro concerto in quel di Pasadena, al cui termine Sylvia si infiltra nel backstage e consegna al buon Roback un demo delle Going Home. Dave ascolta, e resta felicemente impressionato: queste due sono da tenere d'occhio...
Quattro anni dopo vede la luce "Happy Nightmare Baby" degli Opal, canto del cigno del Paisley Underground. Alla chitarra c'è sempre Roback, al basso e alla voce ci pensa Kendra Smith, ex Dream Syndicate, oscura figura-chiave della scena. Il disco è un capolavoro, ma durante il tour promozionale Kendra sparisce nel nulla; è allora che David, tenuto per contratto a sfornare un secondo lp a nome Opal, si ricorda di una voce, di quella voce. Hope arriva, ascolta il materiale per il secondo disco, le piace poco, e i due ripartono quasi daccapo: sono nati i Mazzy Star.
"She Hangs Brightly" esce nel 1990, ed è un album straordinario. Lo so, tutti conoscono i Mazzy Star per "Fade Into You", parte di quel "So Tonight That I Might See" solitamente considerato il loro capolavoro... ed è probabilmente così, ma questo primo disco resta il mio personale preferito.
Meno oscuro, sognante, compatto, magmatico rispetto al seguente, "She Hangs Brightly" è una sorta di fusione favolosa tra il corredo di Roback e quello della Sandoval; e questa donna, con quella voce, non può che imporsi su ogni cosa. Guardate in copertina l'interno dell'Hotel Tassel, simbolo dell'Art Nouveau: i Mazzy Star sono il viticcio di un glicine che si avvolge attorno all'anima.
Il disco ruota attorno all'incredibile title track: tappeto sonoro che ricorda i Doors (a proposito di L.A.), organo ipnotico, atmosfera spettrale, psichedelia sepolcrale, in un crescendo vorticoso. Una meraviglia di canzone, che anticipa già alcune soluzioni di "So Tonight". Il resto, però, in fondo non è da meno e, vista la sua varietà, credo sia inutile e forse deleterio scrivere un papiro scendendo nel dettaglio: quest'album è un torrente di ametiste da ascoltare as a whole e tutto d'un fiato. Mi limito solo a fare qualche menzione: l'acustica, dolcissima, nostalgica "Ride it On"; il blues di "I'm Sailin", che talvolta mi ha ricordato il leggendario Robert Johnson. E infine, i due "blast from the past": "Give You My Lovin'" porta la firma della Gomez, è impreziosita dai talentuosi ricami psych di Roback, e mi ricorda certi Velvet Underground; "Ghost Highway" doveva essere la title track del nuovo disco degli Opal, è stata scritta dal solo David e, non a caso, è la traccia in cui a mio parere le influenze Paisley sono più marcate. Ma non ho finito.
"Before I Sleep": di questo struggente, poetico finale sono costretto a scrivere a parte. Un epilogo di classe sopraffina, che mi ricorda in questo "I Can See it" dei divini My Bloody Valentine: dopo aver tanto parlato e pensato all'Amore, è giunta l'ora di coricarsi. I Mazzy Star sono letteralmente nudi; Hope è letteralmente nuda, dentro di noi. Ancora una voce e una chitarra, che fanno all'amore col nostro spirito. Un accordo maggiore suggella il disco. La musica è finita, le parole sono finite, restano solo il languore e le lacrime che questo gruppo straordinario ha versato nei vostri occhi.
Tante difese, tante strategie, tanta ferocia, quando non sono altro che un ragazzo che ha bisogno di dare e ricevere amore, e questo i Mazzy Star l'hanno capito.
Parlo tanto di Death Metal, parlo di Grindcore... ma chi voglio prendere in giro?
Strong is your body, strong are your bones, strong as your bloody lie is uncovered...
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